«Io, pensionata napoletana ​truffata da bonifici fraudolenti»

«Io, pensionata napoletana truffata da bonifici fraudolenti»
Sabato 10 Novembre 2018, 17:00 - Ultimo agg. 18:54
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Una storia spinosa, che finisce tra denunce e carte bollate. A Napoli una donna di settant'anni, Concetta Vernelli, si è vista soffiare sotto il naso i risparmi di una vita. Tutto frutto di bonifici fraudolenti, stando a quanto raccontano la signora e il suo avvocato; una vicenda sulla quale ancora oggi non si è avuta una svolta. 

Tutto comincia a marzo 2017, quando la signora si reca in banca insieme al figlio per effettuare un prelievo di circa 2.000 euro per effettuare alcune spese personali: le viene risposto che non disponeva della cifra.
Incredula e spaventata la donna si è fatta stampare estratto conto e lista movimenti: solo in quel momento si è accorta che qualche tempo prima dal suo conto erano stati effettuati ben tre bonifici di circa 5.000 euro l'uno, tre bonifici effettuati per tre giorni consecutivi, che hanno prosciugato il conto alla donna, che contava circa 15.000 euro, ma la cosa ancora più incredibile è che i bonifici erano stati effettuati da un'agenzia di Cava de' Tirreni, quando la donna era titolare di un conto corrente a Napoli, in un'agenzia nei pressi di Piazza Garibaldi, dov'ella risiede.

Il legale della signore Vernelli, Giovanni Esposito racconta che alla donna è stato riferito dall'istituto bancario che non avendo controllato i movimenti sospetti nei sessanta giorni successivi, non aveva diritto né a rimborsi né ad assistenza.

Con una regolare denuncia effettuata dai carabinieri all'epoca dei fatti, l'avvocato Esposito, che da poco segue il caso, ha dichiarato che non si fermerà finché la donna non otterrà giustizia. «Non è possibile che una donna anziana sia truffata così - spiega l'avvocato Esposito - addirittura la mia cliente mi ha detto che il direttore della banca le ha mostrato copia della carta d'identità di chi ha effettuato i bonifici, carta d'identità con i dati della signora, ma ovviamente con il volto di una truffatrice. E  soprattutto non è possibile che le venga detto che se non aveva contestato entro sessanta giorni la frode avrebbe perso ogni diritto. Andremo fino in fondo, nel civile e nel penale, trascineremo in tribunale la banca finché non avrà restituito fino all'ultimo centesimo alla signora compresi i danni morali e materiali, è assicureremo alla giustizia chi ha commesso il fatto».
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