Imma, la quinta vittima nell'estate nera di Torre del Greco: «Era un vero vulcano»

Imma, la quinta vittima nell'estate nera di Torre del Greco: «Era un vero vulcano»
di Francesca Raspavolo
Martedì 21 Agosto 2018, 22:51 - Ultimo agg. 22 Agosto, 07:59
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Matteo, Giovanni, Antonio, Gerardo. E ora anche Immacolata: cinque torresi morti tragicamente in una settimana, mentre erano o andavano in vacanza. Il 14 agosto la sciagura del ponte Morandi a Genova sotto il quale sono rimasti uccisi quattro giovani corallini tra i 26 e i 29 anni, l’altro ieri la piena-killer del Raganello che è diventata un nuovo dramma torrese. «Torre del Greco sanguina, sembra una maledizione: questa è davvero un’estate nera». Il dolore, il lutto, la morte sembrano avere una geografia per il paese dei fiori e del corallo, 85mila anime tra il mare e il Vesuvio dilaniate da due catastrofi nazionali. Sotto il muro d’acqua che è venuto giù dal Raganello portando morte e distruzione è rimasta Maria Immacolata Marrazzo: 43 anni, avvocato civilista, i capelli ramati, gli occhi grandi e uno splendido sorriso sulle labbra delicate. Da qualche giorno era in vacanza in Calabria, un tour del cosentino insieme al marito Giovanni Sarnataro, i figli Angela e Mario, 12 e 10 anni e una coppia di amici di Qualiano, Carmen Tammaro e Antonio Santopaolo, morti anche loro tra le gole del Pollino.

Per tutti era Imma. «Era una bravissima donna, sono addoloratissimo: esprimo vicinanza alla famiglia e resto a disposizione per fornire supporto morale e materiale. Abbiamo subito contattato l’Unità di crisi e sperato che stavolta non finisse come a Genova. Ma purtroppo è andata così», racconta provato il sindaco Giovanni Palomba, fin dalle prime luci del giorno attivo in questa sciagura, così come lo era stato nel caso del viadotto ligure. I funerali di Imma si terranno domani, nella stessa Basilica di Santa Croce che venerdì scorso ha ospitato le esequie dei “martiri” di Genova: «Altro sangue torrese, il destino si sta accanendo contro la nostra comunità».
 
«Con lei se ne va un pezzo delle nostre adolescenze: era un vulcano, non stava ferma un attimo, l’abbiamo vista crescere, diventare una moglie e una madre impeccabile. Come si può accettare di morire così? Uccisa per essere andata in vacanza?», si domandano sconvolti gli amici del Parco Cinque, il quartiere d’origine dei Sarnataro-Marrazzo, famiglia agiata, conosciuta, stimata e amati da tutti. «Il padre di Imma, Silverio è un grandioso presepista, la madre Nunzia è una parrocchiana della Basilica, Gennaro è vigile urbano a Napoli: sono bravissime persone - ricordano gli amici - Lei viveva in funzione di Giovanni e dei loro figli». Per seguirli più da vicino, era entrata a far parte del comitato dei genitori della scuola De Nicola-Sasso che Angela e Mario frequentano. «Era la nostra presidente del consiglio d’istituto, una mamma straordinaria e una professionista serissima, è stata un supporto per la scuola, per gli alunni e per noi docenti. Sarà impossibile dimenticarla - il ricordo commosso della preside Linda Maria Cristina Rosi - Aveva un sorriso meraviglioso, era sempre disponibile, mancherà a tutti. In suo onore al rientro tra i banchi di scuola il 3 settembre faremo dire una messa speciale. Era una donna eccezionale, con mille passioni».

Come quella per il mare, per le barche, ma soprattutto per gli sport acquatici che già da qualche anno l’aveva portata a risalire i fiumi del sud Italia in kayak, in compagnia del marito Giovanni e degli amici Carmen Tammaro e Antonio Santopaolo. Proprio con loro Imma si era allontanata, in cerca di avventura, distaccandosi dal marito e dal primo gruppo di escursionisti: solo qualche metro, in nome del desiderio di scoprire, ammirare la natura selvaggia del parco del Pollino. Una distanza che le si è stata fatale. Se la sua morte potesse essere evitata o no lo stabilirà la magistratura, «ora è il momento della preghiera: conosco bene Imma e Giovanni, sono stati miei alunni al Pantaleo, ho anche celebrato il loro matrimonio - la testimonianza di don Giosuè Lombardo, parroco della Basilica di Santa Croce dove giovedì si terranno i funerali - Si erano conosciuti e fidanzati tra i banchi di scuola. Erano un’anima sola, facevano tutto insieme».

Stessa università, la facoltà di Giurisprudenza a Napoli, stesso amore per il mare che in estate regalava loro avventure e relax, stessa professione, avvocati civilisti nello studio legale di famiglia a corso Avezzana, in centro città. «La conoscevo fin da quando era una praticante e muoveva i suoi primi passi in tribunale: era gentile, delicata ma al tempo stesso anche molto caparbia - l’affetto di Gennaro Torrese, presidente dell’ordine degli avvocati del foro di Torre Annunziata - Imma aveva una naturale grazia nel porre le questioni di lavoro e un garbo sopraffino nel privato. Insieme all’associazione forense Enrico De Nicola istituiremo una borsa di studio a suo nome». La stessa iniziativa annunciata in memoria di Matteo Bertonati, Antonio Stanzione, Gerardo Esposito e Giovanni Battiloro. Per ricordarli venerdì dalle ore 20 la città si riunirà in una fiaccolata, un corteo che ora sarà dedicato anche a Immacolata, vittima del Raganello.

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