Napoli, terrore tra i vicoli: 15 colpi contro la casa del pusher

Napoli, terrore tra i vicoli: 15 colpi contro la casa del pusher
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 20 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 12:07
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Alla Sanità - come d'altronde a Ponticelli, a Forcella, Pianura, San Giovanni e così via - esistono ormai due mondi: due universi paralleli e contrari che si combattono tra chi si batte per far germogliare il fiore della legalità e chi, invece, fa di tutto per restare all'inferno. A questa seconda categoria appartengono sicuramente i pistoleri che hanno seminato il terrore lungo Salita Capodimonte, una delle strade finite già tristemente sotto i riflettori della cronaca nera cittadina per fatti di camorra. Ennesima stesa a Napoli.
 
Il copione è quello già recitato decine e decine di altre volte. In due su uno scooter, il passeggero estrae la pistola e spara. Succede domenica alle nove della sera lungo Salita Capodimonte, strada sempre trafficata da pedoni e automobilisti. Figuriamoci in un giorno festivo, durante un'ora di punta.

Chi spara lo fa per lanciare un chiaro messaggio contro un pusher, probabilmente preso di mira per avere invaso il territorio già occupato da altri spacciatori; o - chissà - per essersi reso responsabile di un grave «sgarro» (leggi: non aver onorato un debito). Fatto sta che quelle esplosioni fanno ripiombare il Rione Sanità in un baratro nero, che si immaginava ormai superato: perché era da tanto che nella zona non si registravano simili, gravi episodi.

Il pistolero di turno scarica ben 15 colpi di pistola calibro 9 dinanzi l'ingresso del civico 118, dove risiede un pregiudicato con precedenti per droga. Una rabbia simile esplode, nei nuovi, folli codici camorristi, solo quando si vuol mandare un messaggio forte e chiaro: «qui comandiamo noi».

Sul posto, dopo la stesa, arrivano le Volanti della Polizia di Stato e gli esperti della Scientifica. Fortunatamente quella pioggia di piombo non ha determinato danni né alle persone né alle cose. Scattano le indagini, affidate - a conferma della matrice camorristica dell'agguato - agli uomini della Squadra mobile.

Ma ci vuol poco a capire che la furiosa sparatoria in strada suona come un cupo avvertimento nei confronti del personaggio già noto alle forze dell'ordine che abita proprio in quell'edificio preso di mira. Gli investigatori cercano ora di inquadrare il contesto nel quale è maturata la sparatoria. L'area in cui si è consumato il raid armato era - fino a un anno e mezzo fa - la zona contesa tra due clan in guerra, i Vastarella (che controllavano la parte «alta» del Rione Sanità) e i Sequino, (attivi nella parte «bassa»). Ma da allora ad oggi molte cose sono cambiate nel Rione. Grazie a un'azione costante di controllo del territorio - leggi prevenzione - e in virtù di una poderosa offensiva giudiziaria che ha consentito di decapitare i vertici di entrambe le cosche in lotta. La tattica dell'«asfissia» propugnata e messa in atto da polizia, carabinieri e finanzieri alla Sanità ha sicuramente portato ad una bonifica degli ambienti criminali che infestavano il quartiere. Ma i vuoti di potere criminale hanno determinato uno scompaginamento degli equilibri, lanciando verso le prime linee nuovi delinquenti pronti ad approfittare della situazione.
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