Party scandalo nella chiesa
la Curia caccia gli affidatari

La statua di San Gennaro usata come appendiabiti
La statua di San Gennaro usata come appendiabiti
di Paolo Barbuto
Domenica 11 Novembre 2018, 09:23 - Ultimo agg. 12 Novembre, 10:02
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Una lettera della Curia è già arrivata alla Fondazione Giambattista Vico: l'accordo di convenzione per la gestione della chiesa di San Gennaro all'Olmo è rescisso ad horas. La lettera è stata scritta subito dopo l'esplosione dello scandalo del party horror all'interno del luogo sacro.
Nella notte di Halloween è stata organizzata una festa a base di musica e alcol dentro la chiesa dove fu battezzato Giambattista Vico, nel corso della festa una rappresentazione teatrale sui martiri della rivoluzione napoletana del 99 è culminata con una impiccagione messa in scena sull'antico coro che sovrasta l'altare.

A dare la stura allo scandalo sono state le fotografie scattate nel corso della serata. Venerdì, prima che venissero oscurate dal sito degli organizzatori, abbiamo recuperato una parte di quelle immagini: c'erano ragazze discinte sedute sull'altare cinquecentesco, si mostrava l'angolo bar allestito in un lato della chiesa, di fronte all'angolo destinato ai due dj che si sono alternati nella serata. Immagini corrette per una discoteca, non per una chiesa, soprattutto se la chiesa è antichissima e storica.
 
La società che ha organizzato l'evento, nella giornata di venerdì ha spiegato che si trattava di una serata dedicata al teatro e c'era stato un fraintendimento con gli ospiti che, trattandosi del 31 ottobre, avevano pensato che fosse una festa mascherata di Halloween. Eppure dai profili social degli stessi organizzatori e dei dj è possibile ancora oggi leggere con puntualità l'invito a partecipare a una festa di Halloween.

Ieri siamo stati in grado di intercettare altre fotografie di quella serata. E stavolta al dolore per lo scempio avvenuto in quella chiesa, si è aggiunta la rabbia per la profanazione.
Quella che vedete qui a sinistra è la statua di San Gennaro che è il cuore della chiesa a lui dedicata, San Gennaro all'Olmo. La chiesa si trova all'angolo fra via San Armeno e via San Biagio dei Librai, proprio di fronte all'ingresso del palazzo dove la leggenda narra che sia nato il patrono di Napoli.
Ecco, sulla testa del santo patrono della città, qualcuno nella notte del party horror ha ritenuto opportuno appoggiare il giaccone. Per carità, quella statua non ha un immenso pregio artistico però ha, per i fedeli, un incommensurabile valore religioso: quel San Gennaro umiliato e trasformato in attaccapanni non è un'offesa alla religione, rappresenta uno sfregio alla città, alla gente, al popolo di San Gennaro.
Le nuove foto contengono anche altri dettagli imbarazzanti. Alle spalle di un gruppo di ragazze in posa con i loro costumi da Halloween appare, plateale, un'acquasantiera settecentesca trasformata in cestino dove gettare i bicchieri di plastica svuotati dei drink. Al centro dei bicchieri troneggiano le cannucce, sotto i bicchieri chiede pietà un marmo antico nel quale l'acqua santa continua ad essere versata quando si svolgono le funzioni ufficiali.
Il resto delle immagini è un'altra galleria di banalità da Halloween che, in una qualunque sala da feste, non meriterebbero nemmeno d'essere menzionate. Però all'interno di una chiesa ancora consacrata assumono un sapore amaro. C'è il ragazzo vestito da prete-zombie che unisce in matrimonio due «mostri» dopo aver acceso le candele davanti all'altare; ci sono ragazze, a decine, che si infilano dentro al confessionale per mostrarsi al fotografo in pose sexy e seducenti. C'è pure la ragazza che viene istigata al suicidio dall'uomo che porta la pistola alla cintura come un bambino che vuol fare il cowboy: lei regge l'arma tra le mani e se la punta alla tempia. La fotografia sarebbe squallida in qualunque contesto, diventa blasfema all'interno di una chiesa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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