Napoli, don Antonio morto per salvare una cliente dalle grinfie del rapinatore

Napoli, don Antonio morto per salvare una cliente dalle grinfie del rapinatore
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 7 Dicembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:12
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È morto d'infarto, mentre un bandito gli puntava la canna della pistola al volto. È morto per difendersi da un delinquente spietato e - forse, stando almeno alle prime testimonianze raccolte - anche per prestare soccorso ad una cliente, una donna che si trovava nel negozio e che lo stesso rapinatore aveva malmenato nelle fasi concitate del raid. Se n'è andata così la vita di Antonio Ferraro, 64enne commerciante notissimo e voluto bene da tutti alla Pignasecca, dove ogni mattina presto alzava la saracinesca del suo minimarket di alimentari e frutta secca.

L'episodio si è verificato ieri sera poco prima delle otto: un orario terribile che fa tremare le vene ai polsi di tutti i commercianti che sanno come proprio quello rappresenti il momento più pericoloso, nel quale personaggi senza scrupoli né dignità scatenano la propria follia per trasformarsi in rapaci predoni pronti a tutto pur di portar via l'incasso di un'onesta giornata di lavoro.
 
Ricostruiamo le fasi della tragedia. Manca poco più di un quarto d'ora all'orario di chiusura, sono le 19,45 e piazzetta Montesanto - dove si trova il negozio «Pietruccio» - è tutto un brulicare di gente. Persone che vanno e che vengono, passeggeri che imboccano le stazioni della Cumana e della Funicolare. In questo orario di punta, tra centinaia di lavoratori e pendolari, serpeggia uno scooter con due giovani a bordo. Gli avvoltoi hanno già deciso dove colpire, e - nonostante tutta quella folla - decidono di entrare in azione per svuotare la cassa del negozietto.

Al di là della porta d'ingresso c'è lui, Antonio Ferraro, che sta sbrigando gli ultimi clienti. Uno dei due rapinatori vola giù dal sellino, si cala sul volto un passamontagna, estrae una pistola e la punta in faccia al salumiere. «Fai presto, dammi i soldi!», gli intima. Quel paio di avventori presenti nell'esercizio commerciale restano impietriti. A scandire quei momenti di puro terrore sono solo le frasi concitate del bandito, ossessionato dai soldi, i soldi i soldi, i soldi... Dalla fessura del passamontagna si notano solo i suoi occhi che disegnano uno sguardo cattivo, violento. Forse l'uomo è anche in preda a stupefacenti, chissà. Una donna presente nel negozio accenna, forse, a una reazione, e a quel punto il balordo la colpisce con un calcio.

È allora che Ferraro, istintivamente, cerca di intervenire. Forse si scatena anche una colluttazione, non è del tutto chiaro. Fatto sta che dopo aver oltrepassato il bancone, il commerciante stramazza al suolo. Il suo cuore ha ceduto dinanzi alla violenza. Urla di gente. A quel punto l'uomo travisato e armato rinuncia a portare a termine la sua sporca missione e fugge via: all'esterno c'è sempre il complice che lo attende col motore dello scooter ancora caldo. I due si dileguano in direzione di piazza Carità, guadagnando probabilmente però uno dei vicoli che disegnano il dedalo che sfocia verso i Quartieri Spagnoli.

Ma la fuga del delinquente non stempera la tensione. Ed anzi l'accorrere della gente, il pianto dei testimoni, le urla disperate di chi invoca il soccorso di un'ambulanza stanno a dire che don Antonio era morto. Qualcuno, in un estremo disperato tentativo, è riuscito anche a trasportare a braccio il corpo del commerciante fino al pronto soccorso del vicinissimo ospedale dei Pellegrini. Ma ormai era troppo tardi. Antonio era cardiopatico: soffriva di cuore, e quell'emozione terribile subìta in conseguenza del tentativo di rapina alla fine lo ha schiantato.

Poco dopo in ospedale è giunta una pattuglia del commissariato Montecalvario, seguita dai colleghi dell'Ufficio prevenzione generale. Gli agenti hanno raccolto le prime testimonianze e subito hanno ricostruito la dinamica dei fatti. È così scattata anche una caccia all'uomo tra Montesanto, i Quartieri ed il Cavone alla ricerca dei sospettati. Ma di loro, ormai, non vi erano più tracce. Al di là della serranda verde del minimarket fino a sera tarda hanno lavorato anche gli esperti della Polizia scientifica. Le indagini sono state affidate alla Squadra mobile: segno evidente della consapevolezza che ad entrare in azione siano stati delinquenti dediti alle rapine ai commercianti.

Acquisite anche le immagini di tutti i sistemi di videosorveglianza privata e pubblica, a cominciare da quelle registrate dalle telecamere delle stazioni di Montesanto. In questo stesso luogo venne assassinata un'altra vittima innocente della Malanapoli: il suonatore di strada romeno ucciso da una pallottola vagante durante una stesa di camorra.

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