«’O na’, datti forza in quelle quattro mura», il messaggio choc degli amici del 15enne arrestato per avere accoltellato Arturo

«’O na’, datti forza in quelle quattro mura», il messaggio choc degli amici del 15enne arrestato per avere accoltellato Arturo
di Leandro Del Gaudio e Nico Falco
Giovedì 28 Dicembre 2017, 09:53 - Ultimo agg. 22:58
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Quello che non usa mezzi termini, ma va dritto al sodo si fa chiamare «Genny» sul suo profilo di facebook. Uno che si rivolge all'amico 15enne, subito dopo aver letto la notizia della decisione del gip di tenerlo in cella come presunto aggressore di Arturo e si lascia andare a un commento sulla chat con gli amici in comune. Rivolgendosi a F.C., Genny entra subito nel merito della detenzione del giovane amico: «Ti aspetto qui fuori o na (che sta per nano, ndr), datti forza in quelle quattro mura, che sei la vita mia». E non è finita. Tra cuoricini e icone di incoraggiamento, faccine e emoticon all'insegna di pose muscolari e improbabili, è ancora Genny ad incoraggiare l'amico finito in carcere: «Ti amo (scritto «tam») sangue mio, mi manchi...».
 


Eccole le parole di una vita, le frasi che riempiono di nulla le chat di un gruppo di amici mai come in questo periodo al centro delle indagini per il tentato omicidio di Arturo. Basta scorrere il profilo aperto di F.C., per capire da chi è composta la sua cerchia di amici (su cui è facile pensare che insistano le indagini di queste ore), da chi trae linfa la determinazione di un 15enne che giura di non essere un bullo e respinge al mittente le accuse di due testimoni oculari. Una galleria di pose plastiche, di torsi nudi, di facce imberbi, sguardi rigorosamente incazzati o occhiali scuri per dare fascino tenebroso alle proprie posture. Sono «Kekko», «Genny», «Enzo», «Luigi», «Fede», «Nunzia» e tanti altri. Una galleria umana, simile a tante altre gallerie di under 18, ricca di frasi spicciole destinate a rafforzare la propria appartenenza al gruppo.
 
Sentiamo cosa ha scritto poche ore fa una ragazza, tale «Loren», dopo aver letto il messaggio di «Genny», che incoraggiava l'amico a tenere duro (e a non lasciarsi andare a confessioni che potrebbero inguaiare anche altri esponenti del gruppo): «Esci presto core mii, prima o poi esci, non ti preoccupare tvb, ma tanto tu sei forte e siamo tutti con te...». Parole che sembrano ispirate all'esigenza di incoraggiare il 15enne detenuto, di lanciare un messaggio di coesione e di forza per evitare altri coinvolgimenti. Ed è sempre in questo scenario che il profilo del ragazzino è zeppo di foto da duro, con tanto di istantanea che inquadra una pistola, che era stata postata su facebook il 31 dicembre del 2016.

Pensano e ragionano allo stesso modo, sempre e comunque alla ricerca di un machismo un tanto al chilo, come quando è lo stesso minorenne detenuto ad ammonire - appena qualche mese fa - tutti gli altri componenti del gruppo sulla necessità di fare quadrato e di non rimandare mai al giorno dopo la possibilità di soccorrere un amico, un «fratello».

Ecco un esempio del modo di ragionare del presunto «gancio» dell'aggressione di via Foria: «Gli amici veri sono quelli che se hai un problema non ti dicono a domani, ma restano fino alla fine con te...». Chiaro il concetto? Parole che sembrano suggerire una sorta di ideologia, di adesione incondizionata ai valori del gruppo, del branco. Sono gli stessi valori che hanno spinto F.C. a fare da palo o da gancio? Indagini in corso, anche se è facile approdare a un punto fermo: è tra questi volti imberbi, tra braccia tatuate e volti da duro (parliamo di «Genny» e gli altri) che la polizia sta scavando in queste ore, nel tentativo di chiudere il cerchio sul branco di quattro vigliacchi che hanno immobilizzato un ragazzino disarmato colpendolo con venti pugnalate in punti vitali.
 

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