Napoli, la città entra in rete: «In un’app gli eventi di turismo e cultura»

L’obiettivo: semplificare la vita ai turisti e promuovere al meglio Napoli all’estero

Folla di turisti al Molo Beverello
Folla di turisti al Molo Beverello
di Luigi Roano
Giovedì 2 Maggio 2024, 23:48 - Ultimo agg. 4 Maggio, 08:03
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Ha vinto la «Società Coop Culture» il bando per la Dmo turismo lanciato da Palazzo San Giacomo, l’ufficialità arriverà a breve. Napoli - nella sostanza - entra in rete quella digitale e quindi immateriale in un mercato dove ci sono app, brevetti, progetti per promuovere il marchio Napoli anche e soprattutto fuori dai nostri confini perché il progetto è alzare il livello di offerta turistico-culturale e fare sì che duri nel tempo la voglia di Napoli.

Una Dmo però anche materiale, cioè una rete fatta di persone collegate a dei luoghi e a degli interessi a uffici fisici dove sarà possibile formare il personale. Eccola la Dmo alla quale ha lavorato per mesi l’assessorato al turismo retto da Teresa Armato, con il sindaco Gaetano Manfredi che ha seguito e affiancato il lavoro dell’assessora.

Cosa è la Dmo?

L’acronimo sta per Destination Management Company. Per non farla troppo lunga è una piattaforma che offre servizi per il turismo e la cultura il braccio armato dell’assessora. Un ufficio che dovrà essere «di supporto» a quelli comunali per mettere a sistema quello che è l’oro di Napoli ovvero turismo e cultura. Le Dmo generalmente sono «responsabili della gestione e della promozione di una destinazione turistica specifica, fornendo una serie di servizi e attività volte a migliorare l’esperienza dei visitatori e a promuovere la destinazione stessa presso i mercati di riferimento».

Mission ben specificata anche sul sito di Coop Culture che sta praticamente in tutta l’Italia dal nord al sud: Firenze, Venezia, Roma, Torino e ora anche Napoli sono solo alcuni esempi.

In verità Coop Culture a Napoli già c’è, ma non ha in concessione il «marchio Napoli». Gestisce, per esempio, il «servizio di accoglienza e didattica per le scuole presso i siti di Pompei e Ercolano». Ha in concessione i servizi al pubblico Museo archeologico nazionale, quello di Capodimonte, Palazzo reale, San Martino, il complesso dei Gerolamini solo per citare alcuni siti. Appena firmerà il contratto Coop.

Culture alzerà il livello del suo impegno. Cosa significa? Sviluppare le strategie per far crescere il marchio Napoli come è ben precisato nel disciplinare della gara vinta da Coop Culture. Affinare strumenti quali il «marketing, promozione, digitalizzazione e sviluppo di prodotti necessari alla valorizzazione della destinazione turistica. Mappatura dei principali fattori di attrattiva del territorio, incluso l’intero patrimonio Unesco. Aumentare ulteriormente la notorietà del brand Napoli.

Monitoraggio delle tendenze dei consumatori, così da metterne in evidenza quelle che sono le esperienze più richieste, facilitando di conseguenza la vendita di prodotti tarati sulle tendenze di mercato. E ancora canali social roadshow - redazione del piano di comunicazione e marketing e redazione di un piano editoriale annuale condiviso con i servizi di social media management e comunicazione dell’Amministrazione.

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I dati per mettere in piedi la Dmo di Palazzo San Giacomo in massima parte saranno forniti dall’Osservatorio turistico urbano di Napoli costituito dal Comune per volontà della Armato poco più di anno fa. L’Osservatorio studia sia la domanda - prima, durante e dopo la visita dei turisti ed così da esaminare l’offerta, il livello di congruenza dei servizi rispetto alle aspettative dei turisti e gli eventuali fattori da superare o valorizzare.

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