Napoli. Incendio al circolo Italia,
polemica sui soccorsi

Napoli. Incendio al circolo Italia, polemica sui soccorsi
di Gianluca Agata
Martedì 3 Gennaio 2017, 09:06 - Ultimo agg. 09:10
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Il giorno dopo, sulla terrazza del circolo del Remo e della Vela Italia, il più antico di Napoli fondato nel 1889, resta l’odore acre del bruciato, gli scheletri delle diciotto barche incendiate e un appuntamento con il perito delle assicurazioni che oggi sarà a Santa Lucia per valutare i danni dell’incendio della notte di sabato. Duecentomila euro solo per le barche, cui devono essere aggiunti gli importi di eventuali danni strutturali anche se le mattonelle di cotto, esplose per le altre temperature, sembrano aver protetto la struttura sottostante. Dall’interno gli intonaci non avrebbero riportato danni, ma soltanto un controllo più accurato che sarà fatto in questi giorni alla struttura del sodalizio partenopeo, potrà far venire alla luce altri problemi.
 


Una notte d’angoscia vissuta in prima persona da Alberto Simeone, socio del circolo Italia, il primo ad intervenire e cercare di domare l’incendio. Da solo, e questa è l’amarezza, e con l’aiuto di alcuni camerieri del contiguo circolo Savoia dove era in corso un veglione di Capodanno. Allarme lanciato alle 3 di notte. Primi soccorsi dopo oltre mezzora, complice il traffico, il deflusso da piazza del Plebiscito e le infinite chiamate arrivate ai Vigili del Fuoco da ogni lembo di Napoli. Per Simeone brindisi di fine anno in mare. Una volta ormeggiata la barca, il lento rientro verso la propria autovettura parcheggiata a Santa Lucia chiacchierando su quanto fosse stato bello spettacolo del nuovo anno ammirato da quella posizione privilegiata. Poi, una volta sul pontile che collega Borgo Marinari con via Partenope, ci vuole un attimo ad accorgersi che le fiamme che divampano su una struttura di fronte l’hotel Excelsior sono quelle del circolo Italia, il suo Circolo. In basso le fiamme, in alto un bombardamento con le maledette lanterne cinesi che continuano a cadere. Oggetti infernali e vietati venduti da ambulanti d’occasione a turisti e napoletani che vogliono festeggiare l’arrivo del 2017.


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