Napoli, il caso del ceppo ai Quartieri. La comitiva si difende: «Non siamo babygang»

Napoli, il caso del ceppo ai Quartieri. La comitiva si difende: «Non siamo babygang»
di Melina Chiapparino
Giovedì 18 Gennaio 2018, 21:24 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 09:42
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«Non siamo indottrinati da nessuno e siamo contro le baby gang». Il messaggio è chiaro e a portarlo è Gennaro che abita ai Quartieri Spagnoli ed è il fratello di uno dei minori che ieri hanno tentato di appiccare un ceppo nel palazzo abbandonato in vico lungo Montecalvario. Su quell’episodio denunciato da Francesco Chirico, presidente della II Muncipalità, c’era un’ombra che i riguardava proprio l’organizzazione della comitiva che ha assaltato il luogo abbandonato. «L’aspetto inquietante è che indossano tutti le stesse magliette e portano dei palloncini – aveva detto Chirico – come se fossero stati indottrinati e organizzati da qualcuno». Su queste dichiarazioni si è scatenata la rabbia dei ragazzini che hanno deciso di far conoscere la loro storia.

«Ho 31 anni e sono fratello di uno dei ragazzi che partecipava al ceppo – scrive Gennaro – voglio precisare che condanniamo questo gesto e anche il fenomeno delle baby gang però in questo periodo in cui si parla solo del crimine e del male, vogliamo far conoscere il nostro gesto di solidarietà». Nella lettera in cui Gennaro si fa portavoce del gruppetto immortalato dalle foto mentre assaltava l’area di un palazzo crollato, non c’è niente che assomigli a Gomorra, tutt’altro.

«Non vogliamo che passi un messaggio sbagliato, ossia che dei ragazzi indossavano tutti la stessa maglia costretti da qualcuno o indottrinati – si legge ancora – i ragazzi indossavano una maglia per ricordare un loro coetaneo che se ne è andato a miglior vita il giorno prima, hanno fatto una colletta nel quartiere». Sulle maglie bianche infatti, c’è il viso di Francesco, che abitava in uno dei vicoli a ridosso di via Toledo ed è stato ritrovato morto in casa nella vasca da bagno, due giorni fa. «Se vogliamo dire delle pietre sulle forze dell'ordine che è un gesto barbaro e da non ripetere va bene ma c'è tutta una questione da chiarire- scrive Gennaro - perché viene permesso, o meglio perché le forze dell'ordine vengono solo l'ultimo giorno e alimentano il nervoso tra i ragazzi, perché si permette di farli agire per un mese e mezzo e non si previene prima».

«Il ceppo è una tradizione che viene tramandata tra i ragazzini però sta diventando una brutta cosa come questo ignobile fenomeno delle baby gang che da genitore e fratello di un ragazzo che si trova in quella fascia di età non fa dormire la notte». C’è da dire che da circa due settimane, quelle precedenti alla festa di Sant’Antonio, le attività delle forze dell’ordine avevano registrato numerosi sequestri di materiale e legname sottratto a nascondigli in varie zone di Napoli, inclusi i vicoli dei Quartieri Spagnoli come vico San Matteo.

In ogni caso, le magliette dei ragazzi rappresentano una traccia di sensibilità e commozione umana che non va confusa con altro ed anche il presidente della II Municipalità si è espresso nuovamente sull’accaduto. «Sono stato contattato da un ragazzo dei quartieri spagnoli e sono stato molto felice di sapere che quei ragazzini intendevano fare un omaggio ad un loro amico tragicamente morto – ha fatto sapere Francesco Chirico – è doveroso da parte mia fare questa precisazione perché seppur in una modalità non proprio adatta e ad ogni modo pericolosa per la loro stessa salute, quei ragazzi si sono mossi spinti da un sentimento genuino e condivisibile».

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