Napoli, gazebo della Lega in strada:
tensioni con i centri sociali

Napoli, gazebo della Lega in strada: tensioni con i centri sociali
Sabato 19 Maggio 2018, 13:42 - Ultimo agg. 15:30
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Una protesta si è svolta in via Toledo, all'altezza della fermata della metropolitana, a pochi metri da uno dei gazebo della Lega allestiti per mostrare il contratto di governo. Una ventina di attivisti dei Centri Socialisono arrivati con una bambola di plastica gonfiabile con con la foto del leader della Lega, Matteo Salvini, poi hanno gettato alcuni rotoli di carta igienica mostrando un cartello con l'Italia girata e il Sud in alto. Le tensioni infine sono rientrati.
 

Nel gazebo della Lega c'è chi come Vito, pensionato, vota sì perché «costretto» per «evitare di andare ad un governo tecnico» e chi come Rosaria, casalinga, vota no «perché i grillini non mi piacciono affatto, non mi ispirano fiducia». C'è chi vota sì, come la settantenne Giovanna perché «sono da sempre Leghista e non sopporto il Sud che si lamenta» e chi vota no come il pensionato Michele perché «penso che il loro sia un programma irrealizzabile». E poi, a Napoli, in via Toledo, al gazebo della Lega per raccogliere le firme sul contratto di governo con il M5S, si presentano anche Pietro Castagna ed Elisabetta Palumbo, marito e moglie. «O meglio infiltrati di sinistra - dicono - abbiamo votato no perché quello che è venuto fuori è un obbrobrio». La fila al gazebo nel cuore della città c'è.
 
 

E, nero su bianco, si alternano le firme dei leghisti duri e puri, dei grillini e anche del mondo della sinistra. Bona Mustilli, dirigente della Lega Napoli prova a contarle le firme: «Abbiamo allestito il gazebo alle 10.30 e prima delle 12 ne abbiamo già raccolto 200». Tra i primi proprio gli 'infiltrati di sinistrà. E spiegano anche perché: «Hanno dovuto abbassare le aspettative per la logica del compromesso. Prendiamo come esempio la Flat Tax, hanno penalizzato la gente che ne aveva più bisogno. Per il Sud sarà una grande fregatura e M5S non ha ancora capito che nella Lega ci sono un bel pò di furbi che gli faranno fare quello che vogliono». Tra i punti del contratto di governo c'è n'è uno che proprio non è andato giù, il reddito di cittadinanza: «È stata una grande delusione, è un modo, il solito, per foraggiare i falsi poveri, ecco perché ho votato no», dice Vincenzo. Renato Baken, invece, disoccupato, elettore M5S ha votato sì: «Per la prima volta vedo prospettive per i miei figli». E poi c'è il fronte duro, chi vota Lega già da un pò. Antonella Pane è architetto e degli immigrati non ne può proprio più. «Piazza Garibaldi è inaccessibile e ormai la loro presenza in città è sempre maggiore, mi spaventa. E poi ho votato sì anche per la certezza della pena. M5S? Li vedo immaturi ma tra di loro spero ci siano anche persone valide».

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