Napoli, è emergenza racket nel centro storico: proiettili e minacce al patron di Lanificio 25

Napoli, è emergenza racket nel centro storico: proiettili e minacce al patron di Lanificio 25
di Mariagiovanna Capone
Sabato 19 Gennaio 2019, 13:46
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Una confessione inaspettata, che ha preso alla sprovvista tanti amici che in questi tre mesi lo hanno incontrato senza sapere nulla di quello che stava vivendo. Franco Rendano ha pubblicato sul suo profilo Facebook la foto della lettera minatoria ricevuta a ottobre che all'interno custodiva un proiettile. Inequivocabile il messaggio ricevuto dall'anonimo, che si firma con un  nome fittizio. Franco Rendano è un apprezzato medico ma anche patron di «Lanificio 25», noto centro culturale di Porta Capuana, in un ex opificio adiacente la chiesa di Santa Caterina a Formiello. E la lettera si riferisce proprio al Lanificio, e gli viene consigliato di starne alla larga. 

Questo il messaggio scritto ai suoi contatti sui social:

«Carissimi amici del Lanificio25,
pubblico oggi la foto di una missiva anonima e violenta che mi è stata recapitata a casa il 15 ottobre scorso.
Il mittente è di fantasia e la minaccia di morte è chiara.
Da allora non frequento più il Lanificio25 e ne ho “mollato” temporaneamente la gestione
Ho deciso solo ora di rendere pubblica la gravissima intimidazione perché le forze dell’ordine mi hanno suggerito di non farlo prima per non intralciare le indagini (ringrazio Polizia e Carabinieri).
Dal maggio 2006 al Lanificio25 abbiamo organizzato oltre mille eventi di ogni genere; musica, teatro, cinema, convegni, dibattiti, presentazione di libri, mostre ed ogni genere di eventi intrattenimento culturale.
La passione e l’entusiasmo dei direttori artistici (last but not least il mitico Giuseppe) hanno determinato un crescente interesse per le nostre attività e, fin dall’inizio, un flusso continuo di pubblico trasversale di ogni estrazione ed età ha frequentato il Lanificio25.
Il nostro obiettivo era rendere viva e vitale Porta Capuana; una parte di Napoli ricca di storia e di tradizioni preda di un degrado crescente.
Abbiamo lavorato per rendere tutti partecipi del nostro ambizioso e difficile progetto, artisti e pubblico, dando vita ad un magnifico progetto di rigenerazione urbana partecipata.
Questo ha infastidito qualcuno.
Alla mia paura si è aggiunta quella della mia famiglia.
Ho ricevuto la minacciosa missiva direttamente a casa e non al Lanificio25, sede delle attività. Per giunta la busta mi è stata consegnata personalmente dal portiere tornando a casa con la mia compagna che aveva appena partorito nostro figlio e che rimasta terrorizzata ancor più di me.
La paura di frequentare quei luoghi si è accentuata dopo l’attentato all’amico Gino Sorbillo che poco tempo fa è stato protagonista di un applaudito spettacolo di show cooking al Lanificio25 realizzando una magistrale pizza fritta illustrandone da par suo la storia ed i segreti di realizzazione.
Che fare?
Abbandonare la presa?
No! Non è da noi!
Il Lanificio25 continuerà a vivere appena riusciremo a sbloccare una vicenda che, in mia assenza, ha causato la chiusura dello spazio. E' successo durante una allegra festa di beneficenza organizzata da 4 associazioni benefiche, che fanno capo all’Università Federico II, per raccogliere fondi per la lotta contro l’AIDS.
Torneremo presto (spero!).
STAY TUNED!!!»
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