Napoli, detenuto ingoia telefonino:
scoperta choc dopo un mese

Napoli, detenuto ingoia telefonino: scoperta choc dopo un mese
di Giuseppe Crimaldi e Ettore Mautone
Domenica 20 Gennaio 2019, 23:00 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 16:29
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Quando è arrivato al pronto soccorso dell’Ospedale del Mare, dieci giorni fa, i medici non credevano ai loro occhi. O meglio: osservando la lastra di quella radiografia all’addome, sono trasaliti. Il paziente aveva un telefonino cellulare nello stomaco. Ai confini della realtà. Eppure è accaduto: un detenuto a Poggioreale ha ingoiato il telefonino che era riuscito per motivi ancora tutti da chiarire (c’è una doppia indagine in corso) a introdurre in cella. Poi, accortosi che stava per scattare una perquisizione da parte degli agenti della Penitenziaria, è riuscito incredibilmente a ingoiare l’apparecchio. Per quanto fosse di piccole dimensioni, il telefonino è finito nello stomaco, e dopo qualche ora l’uomo - un 40enne napoletano, detenuto comune del quale non sono state rese le generalità - ha cominciato a sentirsi male.
 
I malori, col passare dei giorni, sono ovviamente aumentati. Vomito, diarrea, dolori addominali: ma lui continuava a stare zitto, pur di non ammettere di essere entrato in possesso di un oggetto assolutamente vietato a chi è detenuto in carcere.

A quel punto i responsabili di Poggioreale hanno disposto ilo suo trasferimento nell’infermeria dell’istituto. Qui l’uomo è rimasto per quasi un mese. Incredibilmente, e nonostante le condizioni continuassero a peggiorare, è sopravvissuto allo scioglimento delle batterie al litio e al rilascio di altre componenti chimiche nocive. Solo dieci giorni fa - dopo l’ennesimo collasso - si è deciso il trasferimento all’Ospedale del Mare, dove è emerso l’incredibile retroscena. Per quanto inedito, l’episodio conferma come alcuni detenuti riescano a entrare in possesso di oggetti vietati dai regolamenti carcerari. E, purtroppo, oltre ai telefonini a Poggioreale entra anche la droga, nonostante i controlli rigorosi dei pacchi e durante i colloqui con i familiari: nelle ultime settimane le ispezioni degli agenti della Polizia penitenziaria hanno portato al sequestro di circa un chilo di hashish. Incredibile (ma vero) anche un altro caso scoperto qualche settimana fa, sempre a Poggioreale: i controlli hanno consentito di scoprire un altro telefonino nascosto all’interno di un polpettone spedito dalla moglie ad un detenuto.

Ed è sempre a causa di un telefonino che - ancora una volta a Poggioreale - un detenuto ha aggredito alcuni agenti della Penitenziaria. A denunciare l’episodio è Emilio Fattorello, segretario campano del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. «Uno dei detenuti sfollati dalla Casa Circondariale di Salerno dopo la sommossa messa in atto il 15 scorso - spiega - e trasferito alla Casa Circondariale di Poggioreale si è reso responsabile di ulteriore violenta aggressione verso i colleghi che lo stavano prendendo in carico. Gli agenti gli hanno trovato addosso un telefonino con SIM funzionante. Alla contestazione del cellulare, il detenuto ha dato in escandescenze e, dopo aver ingoiato la scheda ha colpito violentemente i colleghi». Solo l’intervento di rinforzi ha evitato il peggio. Il recluso ha sfasciato le suppellettili e l’impianto idraulico della cella, prima di essere bloccato. «Ormai - conclude Fattorello - dalle carceri emergono veri e propri “bollettini di guerra” e a soccombere è il personale della Polizia penitenziaria.

Gli eventi critici violenti negli Istituti della Campania hanno frequenza giornaliera grazie alla apertura delle celle, previste dalla recente legislazione». 

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