Condono, in campo una task force:
sprint per smaltire 25mila pratiche

Condono, in campo una task force: sprint per smaltire 25mila pratiche
di Luigi Roano
Sabato 21 Aprile 2018, 22:42 - Ultimo agg. 22 Aprile, 08:34
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Troppe pratiche di condono da smaltire - sono 25mila - così il Comune fa un bando di gara per assumere a tempo determinato architetti, ingegnerie e geometri per chiedere rinforzi. Viste le condizioni deficitarie delle casse come verranno pagati? Prelevando i soldi dagli incassi del condono stesso. Una maniera per fare fronte alle richieste dei cittadini che chiedono di rientrare nella legalità e per incassare una decina di milioni, come minimo nei prossimi tre anni. Insomma è stata varata una task force per il condono edilizio. Procediamo con ordine. La giunta ha approvato la delibera proposta dall’assessore Alessandra Sardu il cui obiettivo è «la definizione delle istanze di condono relative ad abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a tutela ambientale ed afferisce ad oltre 20mila domande di condono edilizio presentate» con proposta di autocertificazione. Un passo indietro per capire come stanno le cose. Torniamo al 12 febbraio. Sempre la Sardu quel giorno fa approvare alla Giunta guidata dal sindaco Luigi de Magistris la proroga fino al 31 dicembre dell’autocertificazione per il condono edilizio. Si tratta - naturalmente - dei condoni che risalgono alle leggi del 1985, 1994 e 2003. 

Prima di approfondire l’intera materia del condono edilizio è utile entrare nel dettaglio della delibera di queste ore. «Attesa la complessità istruttoria e la necessità di una completezza documentale, elemento indispensabile per l’acquisizione dei pareri della preposta Commissione Locale per il Paesaggio e della competente Soprintendenza, si è ritenuto di affiancare alle numericamente ridotte professionalità già incardinate nel Servizio antiabusivismo e condono edilizio, delle unità tecniche esterne all’amministrazione, ossia ingegneri, architetti, geometri e periti con specifiche competenze in materia di condono edilizio».
 
Nel corpo della delibera si legge ancora: «Si ricorrerà quindi, in conformità alle vigenti norme del Codice dei contratti pubblici, ad un avviso pubblico per la costituzione di un elenco ristretto di candidati, selezionandoli poi con criteri di trasparenza e professionalità nonché nel rispetto di rotazione degli inviti e degli affidamenti». Tecnicamente l’impiego della task force «consentirà la definizione tecnico-amministrativa delle relative istanze di condono ossia formalizzerà la legittimazione di beni immobili e fornirà riscontro alle decennali aspettative della cittadinanza interessata, costituendo nel contempo un considerevole impulso all’economia locale. Altresì, l’amministrazione proponente si avvarrà del recepimento degli introiti correlati al saldo oblazione, oneri concessori, diritti di segreteria e indennità di impatto ambientale, ove dovuti, che saranno in parte destinati al compenso dei professionisti esterni».

Nella sostanza i tecnici verranno pagati con gli introiti del condono stesso. La Sardu ci tiene a sottolineare un aspetto: «La delibera introduce delle misure innovative che segnano una svolta importante e un cambio di passo notevole per la definizione delle istanze di condono in zona vincolata. È noto che il Servizio condono edilizio del Comune, al pari di quello di tanti altri Comuni di grandi dimensioni, ha un ingente numero di pratiche giacenti, che richiedono un’istruttoria complessa, a fronte di una notevole mancanza di personale». 

Torniamo a febbraio, quando scattò la proroga delle domande di condono che arrivò dopo il varo della commissione Urbanistica e soprattutto di quella Edilizia. I numeri per capire come stanno le cose. Delle 85.831 pratiche ne sono state trattate 55.098. Nella sostanza sono passate le autocertificazioni e chi l’ha presentata ha già pagato gli oneri oppure sta rateizzando, burocraticamente sono pratiche evase. Ne restano da definire 30.733 di cui 4.828 non possono essere smaltite con l’autocertificazione perché in zone vincolate e necessitano di una procedura a parte e non è detto che vengano approvate, anzi. Quelle per le quali è valida l’autocertificazione sono dunque 25.905 ed è per queste che è stato prorogato il termine di presentazione delle domande di 10 mesi. L’andamento dei pagamenti - raccontano dal Comune - può essere sintetizzato così: nel 2013 sono stati incassati 2 milioni e 445mila euro, nel 2017 3 milioni e 453mila. Questo significa che la media dei pagamenti annui è di circa tre milioni. Di qui la proiezione che nei prossimi tre si possa arrivare ad incassi che vanno tra gli 8 e i 10 milioni. Una boccata d’ossigeno importante per le esauste casse di Palazzo San Giacomo. Gli esterni - con la commissione Edilizia che ora può lavorare, è un organo a supporto degli uffici del Comune che rilascia pareri obbligatori ma non vincolanti - una discreta mole di lavoro la assorbiranno sicuramente dividendo con il Comune l’onere del vaglio delle domande di autocertificazione.
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