Bomba in pizzeria, il corteo è un flop: la città distratta abbandona Sorbillo

Bomba in pizzeria, il corteo è un flop: la città distratta abbandona Sorbillo
di Paolo Barbuto
Domenica 20 Gennaio 2019, 09:00
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La solidarietà è idrosolubile, si dissolve sotto la pioggia del sabato uggioso napoletano: arrivano meno di cinquanta persone a via Tribunali per il corteo di sostegno a Gino Sorbillo. L'eco della bomba è già svanita, le migliaia di persone che hanno travolto il web e i social con i loro messaggi di affetto e vicinanza sono altrove, non davanti al portoncino un po' ammaccato dall'esplosione che, simbolicamente, è stato riaperto ieri.

Il locale tornerà a ospitare i clienti da domani: gli operai hanno cancellato i segni della deflagrazione. Sorbillo ricomincerà a sfornare pizze dopo una settimana di passione, di indagini, di messaggi molto affettuosi e di manifestazioni poco partecipate.
 
Alle undici davanti al portoncino ferito della pizzeria ci sono una ventina di persone, più giornalisti e uomini in divisa che partecipanti. L'assessore Del Giudice rappresenta il Comune, il sindaco non si vede: al fianco del pizzaiolo minacciato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli, in giro assessori municipali, sindacalisti. Poi arriva lui, Roberto, 11 anni, vuole a tutti i costi far sentire la sua voce.

Questa è la porzione più bella del racconto di ieri mattina: un papà che tiene vicino un bimbo dagli occhi dolci, una selva di capelli e un cartello fra le mani. Roberto finisce in coda al gruppetto che s'accalca per farsi fotografare di fianco a Sorbillo ma non se ne cruccia. Però vuole, almeno, che il suo cartello di solidarietà venga immortalato: si alza sulla punta dei piedi e solleva le braccia con entusiasmo per tenere alto il suo messaggio «che dici, papà, lo avranno fotografato dietro a Sorbillo?». L'uomo lo rassicura, Roberto adesso è felice ma non si accontenta, vuol partecipare al corteo. Il papà lo accontenta «siamo della zona, sono felice che lui senta così forte il senso civico della battaglia comune».

Fotografie e parole di rito. Ora sono quasi cinquanta, ma cercano comunque di far sentire affetto e solidarietà «Forza Gino, non mollare», «Siamo qui per te, lo saremo sempre», applausi poco convinti, ombrelli mezzi aperti ché finalmente sta spiovendo. Arriva una decina di ragazzi della onlus «Adda passà 'a nuttata», fondata in memoria di Lucio D'Errico, imprenditore ucciso dalla camorra; indossano cappelli da cuoco e sfoderano le loro «armi», sono poesie: leggono tutti insieme tutte le poesie, al ritmo di un tamburello, le parole si sovrappongono in un brusio che cresce fino a diventare grido comune. Alla fine l'esplosione delle parole si accompagna al lancio dei fogli con le poesie e diventa il simbolo della loro rappresentazione: una bomba di cultura contro le bombe del racket. Applauso, poi tutti chini a terra a raccogliere i fogli, che nessuno dica che loro sporcano la città.

Si leva un tentativo di canzone, parte «Napul'è» più che altro a beneficio delle riprese per i social, dura un niente, pochi applausi, poi si parte.

Il manipolo di persone che si stringe a Sorbillo attraversa i Tribunali, scivola lungo San Gregorio Armeno, arriva a via Duomo per poi raggiungere Mario Granieri, pizzaiuolo di Forcella minacciato a colpi di pistola nel portoncino, un po' dimenticato dai media perché non è Sorbillo. Gino arriva da lui e l'abbraccia. Anche qui foto di rito e parole di sostegno: la pizzeria «Terra Mia» si riempie di persone, finalmente. La sera precedente era desolatamente vuota, lo racconta, triste, Mario Granieri stretto alla moglie che lo guarda come un eroe e lo bacia con gli occhi.

«Ho i brividi», la ragazza sta un po' in disparte, vicino a un lui che ha un atteggiamento amorevole e protettivo. Sono turisti, giovani e bellissimi entrambi: lei pugliese ma vive a Milano, lui siciliano ma vive in Spagna. Erano in giro, hanno visto Sorbillo e il corteo, si sono accodati perché «mi vengono i brividi a pensare che qualcuno viene a piazzarti una bomba sotto la pizzeria per intimidirti. Non è giusto, tutti dovrebbero essere qui».

E invece erano pochi pochi. Pioveva ieri mattina, la solidarietà, da queste parti, è idrosolubile.
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