Il pentito riapre un «cold case»,
boss di Giugliano resta in cella

Il pentito riapre un «cold case», boss di Giugliano resta in cella
di Cristina Liguori
Mercoledì 16 Gennaio 2019, 09:31
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Francesco Napolitano, detto Francuccio o napulitan', avrebbe dovuto lasciare il carcere sabato. Poche ore alla fine della sua pena. E invece almeno per adesso resterà dov'è. Sul suo capo pende una pesante accusa: sarebbe il mandante dell'omicidio di Mario Di Lorenzo, 22 anni fa. L'ex ras della cosca però non è solo. L'ordinanza emessa dal gip. del tribunale di Napoli su ordine della dda, eseguita dagli agenti della dia, pende anche sul capo di un altro elemento di spicco della piovra giuglianese: Michele Olimpio, ritenuto uno degli ultimi reggenti dei Mallardo.
 
A raccontare le circostanze di quell'omicidio è stato il pentito Filippo Caracallo auto accusatosi, tra l'altro, dello stesso delitto e per questo già in galera da mesi, ovvero da quando ha deciso di collaborare con la giustizia. Era parte del commando di fuoco che il 12 ottobre del 1996 sparò e uccise il gregario della consorteria criminale. Napolitano si trova attualmente detenuto presso il carcere di Parma in regime di 41 bis. Il ras stava scontando una pena in esecuzione di una condanna definitiva per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso nella quale veniva, appunto, riconosciuto come reggente del clan Mallardo. Secondo la ricostruzione dei magistrati Francuccio era il mandante dell'omicidio, deciso a seguito delle reiterate violazioni alle regole. Di Lorenzo aveva dato vita a commerci propri e voleva staccarsi dalla cosca. Questo atteggiamento, ritenuto dai vertici un affronto imperdonabile, indusse alla decisione di ucciderlo.

Il commando era composto da Caracallo e Michele Olimpio detto 'o bumbular'. Quest'ultimo è detenuto presso il carcere di Voghera nel quale sta espiando una condanna alla pena di trent'anni per omicidio aggravato. Olimpio è stato riconosciuto colpevole, in concorso con altri, dell'assassinio del pluripregiudicato Luigi Giglioso, nel settembre del 1997, luogotenente di Giovanni Alfano, boss egemone all'epoca a Posillipo. Caracallo, lo scorso aprile, ha fornito tutti dettagli di quell'azione criminale, tanto che i carabinieri della compagnia di Giugliano, sempre lo scorso aprile, effettuarono delle ricerche per trovare la pistola in un terreno via Gioberti dove nel frattempo sono nate case e palazzi. L'arma del delitto non è stata trovata.

Il racconto del pentito è stato però così preciso e dettagliato da diventare base dell'ordinanza. Secondo le testimonianze del collaboratore di giustizi,a Napolitano avrebbe dovuto riprendere in mano le redini del business dei Mallardo. Sabato avrebbe lasciato il carcere e avrebbe gestito di nuovo gli affari della cosca. Stando sempre ai racconti di Caracallo, Olimpio, attuale reggente, avrebbe invece voluto incontrarlo dopo aver saputo del suo possibile pentimento. L'incontro sarebbe dovuto avvenire a Busano in Piemonte ma l'affiliato anzichè raggiungere il paesino decise di percorrere Corso Campano e fermarsi a via dell'Acquario alla caserma dei carabinieri.
 
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