I forzati dei concorsi «low cost»:
65 euro per il viaggio, 5 per i test

I forzati dei concorsi «low cost»: 65 euro per il viaggio, 5 per i test
di Marco Esposito
Martedì 22 Maggio 2018, 08:36 - Ultimo agg. 16:30
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Gli aspiranti infermieri sono partiti in autobus ieri alle 17 da piazza Montpellier, a Salerno. Poi fermate a Nocera, Torre del Greco, Napoli (ore 18:30 davanti all’hotel Ramada) e ancora soste a Caserta, Caianello, Cassino, Frosinone e Roma Est. Notte di viaggio e la carovana di autobus arriva questa mattina alle 7 al PalaAlpitour di Torino. In tempo e, ci si augura, lucidi a sufficienza per partecipare al concorso per cinque posti di infermiere a tempo indeterminato all’Humanitas Gradenigo di Torino. Le domande sono 2.839: 568 persone per ogni assunzione in palio. E poteva andar peggio. Lo scorso 7 settembre, per un solo posto nell’Asl di Ferrara, si sono iscritti al concorso in 10.194. Molti da Sud, dove il commissariamento eterno della sanità di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia ha bloccato il turnover e quindi i concorsi. Proprio ieri il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha annunciato lo sblocco della assunzioni nella sanità regionale con la necessità di coprire 7mila posizioni lavorative, ma non siamo ancora nella fase operativa della partenza dei bandi. Quindi, per chi oggi mancherà l’assunzione a Torino, non resta che riprovare. I bandi al Centro e al Nord Italia sono continui e ormai ne spunta anche qualcuno al Sud: dopodomani scadono i termini per 46 posti di infermiere nei carceri di Palermo mentre il 29 maggio è l’ultimo giorno per presentare la domanda per 20 posti a Modena. Invece il prossimo viaggio della speranza è in calendario per il 20 giugno: destinazione Friuli Venezia Giulia. 
A partecipare ai concorsi sono sempre gli stessi giovani e meno giovani aspiranti infermieri. Persone specializzate che, in gran parte, hanno già un lavoro. Ma precario, sottopagato, a chiamata, rinnovato ogni tre mesi o del tutto in nero. E allora cercano, a tutti i costi, la stabilità del tempo indeterminato e del rispetto del contratto che il settore pubblico può garantire. La vittoria di uno dei pochissimi posti in palio è, ovviamente, una chimera. Tuttavia conseguire l’idoneità ha la sua importanza, soprattutto perché si spera che prima o poi si passi da questi concorsi frammentati a un sistema meno irrazionale. Il regionalismo non aiuta perché ciascun territorio si organizza con una sua logica e prevalgono ancora i concorsi per singole posizioni. L’auspicio però è che si diffonda il modello realizzato dalla Liguria la quale, lo scorso 25 settembre, ha tenuto un concorsone formalmente per soli 69 posti suddivisi tra Genova, area di Ponente e area di Levante ma al cui elenco potranno attingere le Asl regionali per le prossime esigenze pescando tra i migliori degli idonei. E così molti dei 5.522 partecipanti al concorsone ligure conservano la speranza di una chiamata anche se non sono entrati tra i primi 69.

La situazione degli infermieri, infatti, in Italia è fortemente differenziata sul territorio. Il ministero della Salute non ha report aggiornati per cui l’ultimo riepilogo generale, presentato lo scorso anno, è fermo al 2013. In quell’anno gli infermieri in organico al Servizio sanitario nazionale erano 259.947, per tre quarti donne. La ragioneria generale dello Stato ha dati più aggiornati ma si limita ad osservare le voci di spesa. Sappiamo quindi che tra il 2013 e il 2016 (ultimo bilancio per la Ragioneria) le uscite per il personale dipendente di tutte le categorie del settore sanitario si sono ridotte da 35.670 a 34.907 milioni, con una contrazione in tre anni del 2,1%. In Campania il taglio è stato decisamente più forte, passando da 2.830 milioni di spesa per il personale nel 2013 a 2.605 milioni nel 2016 con una flessione del 7,9% quindi decisamente superiore rispetto al trend nazionale. Se ne può dedurre - in attesa dei dati definitivi - che il numero di infermieri in Campania si sia decisamente ridotto rispetto ai 19.241 in organico nel 2013 con una contrazione non inferiore alle mille unità. Ma c’è di più. I 19.241 infermieri del 2013 erano un livello ideale, sovrastimato o sottostimato rispetto alle esigenze della Campania? Il modello del Veneto, considerato un punto di riferimento per la sanità nazionale, vedeva nel 2013 in organico 24.640 infermieri quindi uno ogni 199 residenti in Veneto. Se la Campania applicasse lo stesso parametro, cioè se dividesse il numero di abitanti per 199, arriverebbe a un fabbisogno di 29.317 infermieri. In pratica 10mila in più rispetto a quelli in servizio nel 2013. Solo che dal 2013 a oggi non ne abbiamo assunti diecimila ma ne abbiamo allontanati un migliaio. Una situazione ormai insostenibile, nelle strutture sanitarie regionali, e ben nota agli aspiranti infermieri, fiduciosi nel fatto che il blocco del turnover sia destinato a spezzarsi e che sia tornato il tempo dei concorsi pubblici anche in Campania.

Nell’attesa, meglio allenarsi sostenendo concorsi ovunque in Italia e, perché no, cercando magari di organizzare un business intorno al «turismo concorsuale». Perché dove c’è un bisogno, c’è anche un potenziale giro d’affari improntato al principio del low cost. I più astuti di tutti sono stati proprio due aspiranti infermieri, Raffaele Di Steno e Umberto Formisano, di Nocera Inferiore, i quali due anni fa, dopo aver sperimentato sulla propria pelle la fatica di organizzare trasferte nei posti più improbabili della penisola, hanno fondato una specifica società di viaggi chiamata «Bus to go» che organizza trasferimenti in autobus dalle principali città del Mezzogiorno continentale verso i luoghi in cui si tengono i concorsi, con ripartenza immediata alla fine della prova e ritorno nelle proprie città. Viaggi stancanti, ma a prezzi contenuti. L’ultimo tour, quello di oggi dalla Campania a Torino, costa 65 euro a partecipante andata e ritorno. Prima di Bus to go sarebbero stati necessari almeno 150 euro. Pochi servizi a bordo (prese elettriche, wifi, usb) più un frigo messo a disposizione degli aspiranti infermieri per tenere in fresco le bevande che ciascuno si porta da casa. Nessuna concessione allo svago ma solo frequenti soste tecniche nelle stazioni di servizio.

I viaggi della Bus to go sono diventati in breve tempo un esempio della capacità tutta made in Italy di organizzarsi nelle difficoltà. Sui bus di Di Sieno e Formisano sono salite le telecamere della Bbc per seguire il viaggio degli aspiranti infermieri della Campania in un concorso a Foligno. A ruota sono arrivate le telecamere Rai, Mediaset e La7. Formisano nel frattempo un concorso lo ha vinto e si è trasferito in Versilia mentre Di Sieno è ormai sempre più un tour operator, nonostante abbia conquistato già tre volte l’idoneità. 

E il trasporto è solo uno degli aspetti del business dei concorsi. Ci sono siti come Nurse24.it specializzati nello spulciare la Gazzetta ufficiale alla ricerca del prossimo bando. Ci sono case editrici dedicate alla concorsistica. Con legami tra l’una e l’altra attività, come l’alleanza all’insegna del low cost tra la campana Bus to go e la Justquiz, editrice fondata dall’infermiere lombardo Simone Maranesi, la quale funziona esclusivamente online e consente con una app di scaricare 2.100 quiz per 5,49 euro. Contro i 28 euro di chi acquista (online) il classico testo cartaceo. Il motto di Justquiz è quello di Eraclito: «Bisogna volere l’impossibile perché l’impossibile accada». E sperare in un’assunzione con una probabilità su 568 in effetti rasenta l’impossibile.
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