Campania, in dieci anni addio a 150mila alunni

Campania, in dieci anni addio a 150mila alunni
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 19 Settembre 2018, 11:29
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Non si fanno più figli, i giovani abbandonano i paesi per lavorare lontano. E le scuole non hanno più alunni iscritti. Fotografia dell'Italia, ma ancora di più feroce denuncia sullo spopolamento del Mezzogiorno, nella ricerca della Fondazione Agnelli dal titolo emblematico: «Scuola, orizzonte 2028. Evoluzione della popolazione scolastica in Italia». C'è un calo demografico ovunque, ma nel sud che ne sembrava immune la situazione sta precipitando. Tanto da provocare un calo di classi con record in Campania: meno 945 nelle materne, meno 2731 nelle elementari, meno 1469 nelle medie e addirittura meno 1866 nelle superiori. In totale fa 7011 classi. Campania con un triste record su cui scrive la Fondazione Agnelli: «La riduzione della popolazione scolastica comporterà un minor fabbisogno e dunque una contrazione degli organici dei docenti in tutte le regioni, comprese quelle del Nord».

La Campania sta diventando un caso tra le regioni del Mezzogiorno: quest'anno ci sono stati 15534 iscritti in meno per un totale di 879561 alunni. Secondo la Fondazione Agnelli, nei prossimi dieci anni, gli iscritti in meno in Campania diventeranno 150mila. La provincia che vive la crisi maggiore è quella salernitana, che quest'anno ha avuto duemila iscritti in meno nelle scuole rispetto al 2017, con 159.855 alunni totali. Un allarme è partito da 29 sindaci delle aree interne della provincia salernitana tra il Cilento e il Vallo di Diano. Hanno sottoscritto un documento unitario, in cui si parla di «percentuale di anziani residenti con età superiore ai 65 anni più alta della media regionale e nazionale contrapposta ad una bassa percentuale di residenti giovani».
 
L'indice di spopolamento in questa area, con paesi che in alcuni casi non riescono a raggiungere i 600 abitanti, è di meno 5,7 per cento. Nell'intero Cilento, 75 comuni su 98 sono in fase di spopolamento. La perdita, calcolata negli ultimi anni, è di 57mila abitanti, con 51 comuni che hanno meno di duemila residenti.

Valle Sant'Angelo, Sacco, Sant'Angelo a Fasanella sono i comuni dove la fuga dei giovani è stata in media tra il 70 e l'80 per cento. Significa paesi che hanno oggi meno di 500 abitanti. A Valle Sant'Angelo, l'ultima cicogna è arrivata nel 2012. Ci fu una grande festa, per una bambina che si aggiungeva ai 250 residenti. Ma in questo paese, che è il comune più piccolo della provincia salernitana, al di là dell'anagrafe i residenti effettivi, specie d'inverno, sono appena 170. Il sindaco Franco Andreiuolo annuncia, entusiasta e speranzoso, altre due prossime nascite. Ma la media d'età dei residenti resta assai alta. Non se la passa meglio il comune di Petina dove, per mancanza di alunni iscritti, è stato necessario accorpare le classi e le sezioni. È un comune dove alla scuola dell'infanzia sono iscritti solo 16 bambini.

È proprio la scuola materna la più indicativa a dare il senso dello spopolamento, della fuga dei giovani, dell'assenza di bambini nelle aree interne della Campania. Scrive la Fondazione Agnelli: «La percentuale di madri potenziali è diminuita del 10 per cento in dieci anni, con un tasso di fecondità calato del sei per cento». I registri delle iscrizioni negli istituti comprensivi di alcuni comuni della provincia salernitana sono da culle vuote. A Casalvelino, appena 5 iscritti in totale nell'istituto comprensivo, dove alla materna ci sono zero bambini. Nessun iscritto anche alla materna del comprensivo di Polla. Iscrizioni sotto i venti alunni in molti altri comuni del Cilento e del Vallo di Diano. Solo tredici alunni al comprensivo di Pollica, il famoso paese che si anima in estate con le frazioni marine di Acciaroli e Pioppi. Quattro bambini a San Mauro La Bruca, non lontano da Palinuro, la famosa frazione del comune di Centola. E poi dodici ad Agropoli, 16 ad Agnone, 15 a Montecorice.
Cifre da vero allarme, con coppie di giovani che nel loro paese si sposano e poi vanno via. Gli unici lavori sono al Comune, o in piccole attività commerciali e artigianali. E le scuole restano senza iscritti, con la necessità di accorpare classi e sezioni.

Il calo di iscrizioni significa naturalmente meno occupazione per i professori. Secondo la Fondazione Agnelli, la diminuzione di posti-cattedre sarà di 55.600 totali in Italia. Quest'anno, un primo segnale della contrazione c'è stato sempre in provincia di Salerno dove, per mancanza di iscritti, si sono ridotti i presidi con la responsabilità su più scuole assegnata ad uno stesso dirigente scolastico. Una scelta che ha riguardato 18 scuole in provincia di Salerno, che non si sono viste assegnare un preside titolare. Sono istituti comprensivi dei comuni dello spopolamento: Piaggine (appena 184 alunni), Ogliastro Cilento (353), Sant'Arsenio (480), Rofrano (354), Gioi (247), Futani (344), Serre (381), Castelcivita (366). Naturalmente, trattandosi di istituti comprensivi, si tratta di iscritti totali per l'insieme di alunni nelle sezioni di materna, elementare, media, superiore.
Al calo di studenti italiani, negli ultimi anni è corrisposto un aumento di studenti stranieri, figli di immigrati della seconda generazione. La percentuale in più è stata del 7,8 per cento, che significano oltre 800mila alunni di origini straniere. È l'effetto immigrazione, che potrebbe riequilibrare la perdita di iscrizioni e tenere in piedi molte scuole. Scrive il ministero dell'istruzione, in una sua analisi statistica sulla popolazione scolastica: «Aspetto significativo dell'evoluzione degli studenti stranieri è rappresentato dalla continua crescita di quanti hanno cittadinanza non italiana, ma sono nati in Italia. Con la diminuzione degli studenti con cittadinanza italiana, è proprio la crescita del numero degli studenti stranieri di seconda generazione che contribuisce ad ammortizzare parzialmente la variazione negativa della popolazione scolastica complessiva».
Per ora, l'effetto della crisi demografica è stato pesante soprattutto sulle scuole paritarie. Con pochi iscritti, molte hanno chiuso. In Sicilia, sono scomparse 104 scuole, in Campania 70, altre 28 in Puglia e 22 in Calabria. Secondo il periodico «Tuttoscuola» le paritarie hanno perso in totale 23mila iscrizioni. È l'effetto immediato delle culle vuote.
 
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