«Giù le mani dall'informazione», giornalisti campani in piazza contro Di Maio

Giornalisti in piazza Plebiscito
Giornalisti in piazza Plebiscito
di Ilenia De Rosa
Martedì 13 Novembre 2018, 15:28 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:07
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«No a qualsiasi forma di controllo, no censure». Questa la scritta contenuta nello striscione che i giornalisti campani hanno innalzato dinanzi la Prefettura, in piazza del Plebiscito. Al flash mob #GiùLeManiDallInformazione lanciato dalla Federazione nazionale della Stampa italiana e sostenuto anche dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, la Campania ha risposto con una grande e determinata partecipazione. «Diciamo no all'attacco che esponenti del governo stanno facendo alla stampa italiana - afferma Claudio Silvestri, segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania - E' la prima volta, infatti, che ciò avviene in forma così violenta: a colpi di decreti legge, minacce di cambiare le leggi. Tutto questo demolirebbe il sistema dell'informazione in Italia e non possiamo consentirlo». «Quella di Luigi Di Maio e di altri esponenti del governo è una violenza verbale e non solo - aggiunge Ottavio Lucarelli, presidente dell'ordine dei giornalisti della Campania - Stanno mettendo a serio rischio il pluralismo dell'informazione con iniziative già annunciate quali il taglio per i fondi all'editoria».
 

 

E proprio Luigi Di Maio è iscritto all'ordine regionale della Campania. In relazione alle sue affermazioni contro la categoria, rilasciate in seguito all'assoluzione del sindaco di Roma, Virginia Raggi, l'Ordine della Campania ha già avviato l'iter previsto dalla normativa. «A seguito di numerose segnalazioni ho trasmesso il fascicolo al consiglio di disciplina che deciderà se avviare la procedura» precisa Ottavio Lucarelli. Quella di stamattina è stata «una prima risposta pubblica agli attacchi del vicepremier Di Maio e di quanti pensano di poter ridurre al silenzio l’informazione» scrive il sindacato. «Oggi abbiamo dato un segnale importante - afferma Gerardo Ausiello, consigliere nazionale Fnsi - Abbiamo detto il nostro no a questi attacchi perchè dietro cìè un disegno ben preciso: eliminare ogni forma di intermediazione rappresentata dal pluralismo delle testate giornalistiche a cui si vuole sostituire l'omologazione dei social network su cui questa foza politica ha il controllo totale».
 

 

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