Torre del Greco, per De Rosa addio
al veleno: «Decidevano i dirigenti»

Torre del Greco, per De Rosa addio al veleno: «Decidevano i dirigenti»
di Francesca Raspavolo
Mercoledì 16 Gennaio 2019, 09:42
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Le dimissioni formali mancano ancora. Al loro posto una «riservata personale» indirizzata al sindaco di Torre del Greco Giovanni Palomba: quattro righe scritte a mano per congedarsi da Palazzo Baronale, non senza polemiche. L'ormai ex assessore alla Nu Pietro De Rosa rompe il silenzio e racconta gli ultimi sei mesi in Comune, alle prese con l'emergenza rifiuti. «È finita male, mi scuso con i cittadini, ce l'ho messa tutta ma mi hanno esautorato».
 
Perché si è dimesso?
«A luglio ho accettato il mandato con entusiasmo, non conoscevo il sindaco ma mi era sembrato un ottimo amministratore, capace di affrontare i problemi con disinvoltura. Sono arrivato con la consapevolezza che la gestione dell'igiene urbana in questa città è prioritaria, ma ho dovuto ricredermi: sono stato isolato e delegittimato fin da subito, quasi una sfiducia. Dopo un inizio sprint, a un certo punto le decisioni sono state prese in mia assenza, senza informarmi, dal dirigente del settore e dai suoi collaboratori. Non sapevo più nulla, i miei suggerimenti venivano ignorati: in pratica mi è stata sottratta la gestione dell'igiene urbana ed è stata affidata ai burocrati».
Un esempio?
«La revoca degli incentivi economici sulla differenziata, una decisione adottata unilateralmente dal dirigente e da me non condivisa: premiare chi rispetta l'ambiente in una città in emergenza rifiuti per me era giustissimo. E poi gli orari di conferimento alle isole ecologiche, decisi dal dirigente ma per me in maniera sbagliata. È stata una bella esperienza, ringrazio il sindaco per la fiducia ma già da novembre ero rimasto solo, mentre altri prendevano decisioni che spettavano a me».

Lei cosa avrebbe fatto di diverso?
«Avrei vietato il conferimento dell'immondizia al mattino perché la ditta che gestisce il servizio pulisce soltanto di sera, avrei bloccato i rifiuti il sabato e non la domenica, giorno nel quale gli Stir aprono. Già a luglio avrei eliminato la possibilità di gettare spazzatura 24 ore su 24: è chiaro che senza limiti orari le frazioni si contaminano e addio raccolta differenziata. L'ho detto mille volte, ma nessuno mi ha ascoltato».
Allora perché non si è dimesso prima?
«Ho resistito perché avevo il dovere di elaborare il nuovo piano industriale dei rifiuti, portarlo in giunta e poi in consiglio comunale. È un progetto onesto e attuabile, ma senza i centri di stoccaggio comunale non si uscirà mai dalla crisi».

Cosa avrebbe voluto fare e non ha fatto?
«Avrei voluto portare in questa città una filosofia davvero green, sostenibile, creare un centro del riuso impiegando anche ragazzi diversamente abili, avrei voluto modulare la tassa dei rifiuti sulla filosofia quanto inquini, tanto paghi ma mi è stato impedito. Lascio senza rimpianti, sperando che Torre del Greco risorga. I cittadini lo meritano».
 
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