Marano, favori al clan Orlando:
tre vigili verso il processo

Marano, favori al clan Orlando: tre vigili verso il processo
di Ferdinando Bocchetti
Martedì 8 Gennaio 2019, 10:56 - Ultimo agg. 10:59
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Abuso d'ufficio per favorire le attività del clan Orlando, avviso di conclusione indagini per due sottotenenti della municipale e un colonnello ora in forza in un altro comune. Al centro dell'inchiesta, coordinata dal pm Maria Di Mauro, in forza alla Dda di Napoli, i controlli eseguiti dai vigili nell'autorimessa gestita da Gaetano Orlando, fratello di Antonio, capo indiscusso dell'omonima fazione criminale. Nel febbraio dello scorso anno la commissione straordinaria, in quel periodo al vertice dell'ente cittadino sciolto per infiltrazioni della camorra, sollecitò il dirigente del settore tecnico e attività produttive ad effettuare verifiche, urbanistiche e commerciali, in alcune attività del territorio, ritenute non in regola con permessi e autorizzazioni. I controlli, nel caso dell'autorimessa di via De Curtis, furono affidati al comando vigili.
 
Secondo quanto ricostruito dal magistrato, i tre agenti non avrebbero assunto alcun provvedimento né tanto meno avrebbero relazionato il dirigente comunale su alcune circostanze: l'area oggetto dei controlli era occupata, sine titulo, da Orlando fin dal 1986, non essendo lo stesso né il proprietario né tanto meno il conduttore; Orlando, su quel lembo di terra, in realtà di proprietà del Comune di Napoli e situato a due passi dal municipio, aveva inoltre realizzato un manufatto abusivo e gestiva il parcheggio in assenza delle autorizzazioni richieste (Scia), presentate solo in una fase successiva al primo sopralluogo dei vigili.

Il primo controllo nell'autorimessa è datato 8 febbraio 2018, ma l'attività veniva effettivamente chiusa dopo la metà di marzo, 37 giorni dopo e solo - come evidenziato dal pm - sulla scorta di un ulteriore controllo richiesto dal dirigente comunale ai carabinieri. I tre vigili, che nell'arco di venti giorni avranno la possibilità di presentare controdeduzioni o di essere ascoltati dagli inquirenti, sono accusati di aver procurato un ingiusto vantaggio di natura patrimoniale a Gaetano Orlando, derivante dal fatto che l'attività non fu chiusa tempestivamente e con l'aggravante di aver commesso il fatto per favorire l'attività illecita del clan Orlando, che utilizza - secondo la pubblica accusa - gli spazi di via De Curtis come base logistica o luogo per summit di camorra.

Nelle scorse settimane i carabinieri della compagnia di via Nuvoletta, su ordine del magistrato inquirente, si erano recati nella sede della municipale, sequestrando atti e documenti inerenti proprio a quei vecchi controlli. Oltre ai tre ufficiali, nell'elenco degli indagati figura anche Gaetano Orlando, fratello dei boss Antonio e Raffaele, finito anch'egli nel mirino della Procura. Il maggiore dei fratelli Orlando fu arrestato nell'ambito di un'inchiesta sfociata con la cattura di numerosi affiliati al clan. L'uomo rimase in carcere per diversi mesi, ma fu assolto in primo grado. 
 
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