Drogata e violentata a Capri, la manager conferma le accuse

Drogata e violentata a Capri, la manager conferma le accuse
di Leandro Del Gaudio
Sabato 22 Settembre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 08:54
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È stata circa quattro ore in Procura, accompagnata dalla polizia. Ha raccontato la sua notte caprese, la sua ultima notte nell'isola, e ha confermato la versione resa prima di lasciare l'Italia. Ha ribadito le accuse nei confronti di un cittadino americano, il turista statunitense che l'avrebbe violentata dopo averla drogata. Inganno e violenza, tutto in una manciata di ore, nella suite di un albergo di gran lusso dell'isola napoletana. Sono da poco trascorse le undici di ieri mattina, quando la cittadina francese ha fatto il suo ingresso in Procura a Napoli. Ingresso secondario, accompagnata dagli specialisti della sezione antiviolenza della squadra mobile, ufficio del pm che procede sul caso. Ha lasciato la Procura poco dopo le quindici, al termine del primo incontro con i pm napoletani. Inchiesta per violenza sessuale, attenzione concentrata sugli stupefacenti che sarebbero stati sciolti in un cocktail offerto dal turista americano alla cittadina francese. Inchiesta condotta dal pm Barbara Aprea, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, a capo del pool reati contro le fasce deboli, che punta ora ad acquisire la testimonianza di parte offesa e dei potenziali testimoni della vicenda.
 
Agli atti anche riscontri oggettivi, come le immagini ricavate dal commissariato di Capri la mattina successiva il presunto stupro, dalle quali emergono particolari sulla condotta del presunto aggressore. Ma torniamo alla testimonianza offerta ieri. Trentatrè anni, manager conosciuta e stimata nel mondo dell'alta moda, la turista francese ha confermato il racconto delle prime ore. Siamo alla fine dello scorso luglio, quando la donna prende atto del cattivo funzionamento dell'impianto di aria condizionata dell'appartamento preso in fitto a due passi dalla «piazzetta». È l'ultima notte, fa caldo. La donna accetta l'ospitalità del turista americano, che la invita ad appoggiarsi nella suite del suo albergo. Non era sola - ha spiegato - si sentiva sicura, anche per la presenza dell'amica con cui era giunta in Italia. Cena al ristorante, un giro per i locali più in dell'isola, qualche drink di troppo. Ed è a questo punto che, secondo la ricostruzione fatta dalla 33enne, sarebbe scattato il piano del cittadino americano. In uno dei cocktail assunti quella sera, sarebbe stata sciolta della droga, una sostanza che ottunde ogni capacità di reazione. Ed è proprio a questa sensazione di stordimento che ha fatto riferimento nella sua denuncia la manager francese.

Era qualcosa di diverso da quello che si prova dopo aver bevuto un bicchiere di troppo, nulla di paragonabile a una sbornia. Rimasta priva di forza, sarebbe avvenuta la violenza. Agli atti - si diceva - le immagini delle telecamere dell'hotel, che hanno registrato il momento in cui le due donne sono entrate assieme al loro ospite per prendere possesso della suite. Una volta all'interno della camera, il turista americano avrebbe abusato della manager, approfittando di un momento nel quale l'altra turista si era allontanata. Un caso simile a quello avvenuto in costiera sorrentina nell'estate del 2016, vittima una turista britannica, che sarebbe stata violentata da un gruppo di dipendenti dell'albergo in cui era ospite. Anche in questo caso, il rito dell'ultima notte e la droga dello stupro.
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