Il boss del Brenta «frontman» di un ostello: Ercolano si ribella

Il boss del Brenta «frontman» di un ostello: Ercolano si ribella
di Antonio Cimmino
Venerdì 18 Maggio 2018, 10:40
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ERCOLANO - Il volto di Felice Maniero, ex boss della mala del Brenta, nel logo di una struttura ricettiva della città degli Scavi. Uno scatto di qualche tempo fa, piuttosto celebre allora, che per quanto stilizzato ritrae l'ex boss in modo assolutamente riconoscibile: nessun equivoco dunque sull'identità di colui che è stato scelto come «frontman» di un ostello nel centralissimo corso Resina, a pochissimi metri dall'ingresso storico del parco archeologico, nonché a metà strada tra la borbonica villa Campolieto e il mercato del vintage di Pugliano. Qui, da due mesi, la settecentesca villa Durante ospita l'«Hostello Felice», nei cui logo compare proprio lui, Maniero, l'uomo che ha creato e guidato, negli anni Ottanta e Novanta, una holding criminale che si avvaleva di una banda di 400 persone che imperversava nel Nord Italia e in Emilia Romagna: un impero che lui stesso, a partire dal 1995, ha contribuito a smantellare decidendo di collaborare con le forze dell'ordine. Fino a poche settimane fa, sui balconi della struttura, anche striscioni col volto di Maniero, oggi rimossi. All'unica insegna rimasta, sull'uscio dell'ostello, una scritta applicata dai proprietari sul volto dell'ex boss: «censored».
 
A sollevare il caso sono, in particolare, due realtà locali anticamorra: Radio Siani e l'associazione Fai antiracket. «Non vogliamo sindacare in merito alla scelta della denominazione della struttura, ma semplicemente, con forza, prendiamo le distanze da un'immagine che non rappresenta il comune sentimento di noi ercolanesi. Ricordiamo è scritto in un documento comune - che i risultati fin qui ottenuti, nel contrastare le organizzazioni camorristiche, hanno richiesto giornate intere in aule di tribunale, che non possono essere messe in discussione con una immagine». A intervenire è anche il sindaco, Ciro Buonajuto: «Questa città ha pagato a caro prezzo anni e anni di malavita organizzata: qualsiasi richiamo ad essa va severamente condannato». Il proprietario della struttura, Claudio Ciliberto, che gestisce l'ostello assieme a Vincenzo Sangiovanni, ha annunciato che presto il logo sarà cambiato, sottolineando che «la scelta della foto è stata fatta perché rappresentasse il brand Hostello Felice, giocando sul duplice significato della parola felice e della faccia felice». I due imprenditori addirittura contrattaccano: «Affermare di voler legare la nostra immagine a quella di un criminale, soprattutto in un territorio dove si sprecano gli esempi di malavita - dicono - dimostra la totale miopia verso un gruppo di giovani che sta lavorando onestamente per proporre un'esperienza di viaggio tra le più apprezzate della regione, stando a tutte le ottime recensioni dei nostri clienti». Che forse non sapevano chi fosse quel tizio sorridente sul logo: difficile, in caso contrario, prendere sonno tranquillamente.
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