​Bilanci sanità e liste d’attesa,
i passi avanti della Campania

Bilanci sanità e liste d’attesa, i passi avanti della Campania
di Fulvio Scarlata
Mercoledì 18 Luglio 2018, 22:53 - Ultimo agg. 19 Luglio, 14:21
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Conti in ordine e i Lea, i livelli essenziali di assistenza, a livello della media nazionale: Vincenzo De Luca chiede di uscire dal commissariamento della sanità in Campania. Secondo quanto sostiene la Regione nell’incontro di ieri a Roma presso la Ragioneria dello Stato per la verifica semestrale sono stati riconosciuti entrambi i punti decisivi per uscire dalla condizione di una sanità sotto tutela. La lettera di De Luca per uscire dal commissariamento sarà formalizzata oggi alla Presidenza del Consiglio e ai ministri dell’Economia e della Salute. Non è difficile immaginare che tra la parte politica e i tecnici dei ministeri ci sarà un nuovo scontro sui dati. Perché sia i 5Stelle che i rappresentanti campani della Lega non vogliono riconoscere alcun risultato alla sanità in Campania e anzi aspettano la prossima Finanziaria, a fine anno, per rinnovare il commissariamento e togliere l’incarico al presidente della Regione. 
LA STRATEGIA
Una mossa di grande peso, visto che l’80% del bilancio delle Regioni è decidato sulla sanità, mantenere commissariato questo settore significa tenere sotto scacco anche il governatore. Una strategia che, però, è doppio taglio: in questo momento il governo è pentaleghista e la Regione a guida centrosinistra, ma, con la fluttuazione dell’elettorato in corso, i ruoli potrebbero cambiare e il meccanismo del commissariamento potrebbe essere usato politicamente anche in futuro.
Per il momento la Campania punta a ritornare alla normalità. Ieri a Roma, presso il Dipartimento della Ragioneria dello Stato, la riunione ministeriale congiunta del “Tavolo adempimenti” e “Comitato Lea” per la verifica del Piano di rientro della Campania, una verifica semestrale, in cui, secondo fonti della Regione, non solo si è evidenziato che è stato mantenuto l’equilibrio finanziario ma che i livelli essenziali di assistenza sono in netta risalita fino a raggiungere i 150 punti per il 2017, vicini alla soglia dei 160 punti considerata minima per ogni Regione.
IL RISANAMENTO
Dal punto di vista economico, infatti, da cinque anni, quindi dalla Giunta Caldoro, si è raggiunto e mantenuto l’equilibrio di bilancio. In più, con la gestione De Luca, sono stati certificati i bilanci dal 2012 tanto da sbloccare le premialità previste per il 2013, ‘14, ‘15 e ‘16. Visto che sono stati approvati i conti consuntivi delle Asl fermi al 2012, è stato riconosciuto il bonus da 51 milioni l’anno relativo alla parte regionale dei ticket incassati. In più si è evidenziato che per i debiti del passato i dati sono cristallizzati. La Regione, infatti, ha chiesto a tutti i creditori di presentare le loro richieste, che da un paio di mesi si stanno verificando e che ammontano a 1,2 miliardi, la cifra che la Campania è obbligata ad accantonare ogni anno per evitare che i contenziosi portino al blocco dei fondi delle Asl.
Accanto alla positiva situazione economica, ci sono i Lea, i livelli di assistenza. Nel 2015 si partiva da quota 104, l’anno successivo si è arrivati a 124. Per il 2017, anche se non in modo informale, il ministero ha fatto sapere l’approdo a quota 150. Il dato è condiviso dalla Regione che ha fatto un balzo in avanti per il piano vaccinazioni, il taglio dei parti cesarei, le operazioni per le fratture al femore in 48 ore, una parte degli screening oncologi, la stabilizzazione dei rapporti con la sanità privata convenzionata. Per il 2018 si ritiene di poter toccare quota 160. Per questo De Luca ha avviato «l’istruttoria per la fuoriuscita della Campania dal commissariamento» e per avviare il piano triennale di accompagnamento. La vera battaglia, però, comincia ora.
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