Nola, niente acqua calda al distretto:
l'otorino se la fa «prestare» dal bar

Nola, niente acqua calda al distretto: l'otorino se la fa «prestare» dal bar
di Carmen Fusco
Mercoledì 16 Gennaio 2019, 08:45
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La visita dell'otorino effettuata nella sala prelievi e non nell'ambulatorio al primo piano. Il lavaggio dell'orecchio reso possibile grazie all'acqua calda prestata dal bar di fronte, come si fa quando finisce lo zucchero e lo si chiede al vicino di casa.Il motivo? Un ascensore rotto nel distretto sanitario di Nola. Fuori uso da qualche settimana, l'impianto dovrebbe agevolare gli spostamenti a chi proprio non ce la fa a salire una rampa di scale per via dell'età, o magari del peso o, peggio, perché disabile.
 
E invece al danno delle condizioni fisiche si aggiunge la beffa delle barriere architettoniche e dei muri alzati dalla burocrazia che rendono difficile anche la riparazione di un ascensore in tempi rapidi. Quello del distretto sanitario della città di Giordano Bruno è andato in tilt da molto giorni e riparato solo ieri. Lo testimoniano gli utenti, lo denunciano sui social anche alcuni operatori sanitari e lo confermava, fino a quando non sono arrivati i tecnici, un laconico cartello: fermo per manutenzione.

La porta semi aperta e il vano ascensore una decina di centimetri più sotto del livello del pavimento. È così che un'anziana signora lo ha trovato anche ieri mattina quando, accompagnata da sua figlia, ha raggiunto con fatica e con l'aiuto delle stampelle, il traguardo dell'ascensore attraversando il largo corridoio sul quale si affacciano uffici e stanze. Tutto inutile. Le scale per raggiungere l'ambulatorio di otorinolaringoiatria al primo piano costituiscono un ostacolo insormontabile per una persona che non può contare sulla forza delle proprie gambe. Ed è così che a percorrerle, per evitare a lei un giorno di lavoro perso e alla mamma un sacrificio vano, è stata sua figlia: ha bussato alla porta dell'ambulatorio e ha spiegato al medico che l'anziana con visita prenotata non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Fine della storia? Macché. Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Il medico è sceso giù dalla donna e l'ha fatta accomodare nella sala prelievi per effettuare il controllo. Ma nemmeno a quel punto la situazione si è normalizzata. All'anziana paziente doveva essere effettuato un lavaggio all'orecchio con l'acqua calda. E lì, dal rubinetto della sala prelievi, scorreva solo acqua fredda. «Stavo cominciando a perdere la pazienza - racconta la figlia della signora disabile - quando una dipendente ha fornito la soluzione: facciamoci dare l'acqua dal bar». L'arte di arrangiarsi o un sussulto di umanità? L'acqua è arrivata. Dentro un pentolino di acciaio. «Avrei voluto fotografarlo - dice la donna che alla fine ha perso la pazienza - ma non me lo hanno permesso e poi avrei messo nei guai proprio chi ha cercato di rimediare alla spiacevole situazione. Però questo non mi ha impedito di esprimere il mio disappunto».

Dopo le doglianze, la soluzione. Nel primissimo pomeriggio una squadra di tecnici è giunta nella sede del distretto sanitario per riparare l'ascensore. Il tutto mentre, essendo giorno di visite, numerose persone affollavano le scale per raggiungere il primo piano dove sono ospitati i vari ambulatori. Dalla direzione aziendale hanno fatto sapere di essere prontamente intervenuti perché «i servizi sanitari territoriali rappresentano una parte fondamentale della gestione della grande azienda sanitaria pubblica». Ma restano altri nodi da sciogliere. È il caso della vertenza tra i medici del pronto soccorso del Santa Maria della Pietà di Nola che rivendicano di non riuscire a coprire tutti i turni di servizio essendo in pochi. Carichi da lavoro massacranti e zero riposi e ferie metterebbero a dura prova anche l'assistenza. Per fronteggiare la situazione l'azienda sanitaria avrebbe disposto il ricorso alle prestazioni aggiuntive e che, in ogni caso, il numero dei medici non sarebbe carente.
 
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