L'affluenza alle urne. A Napoli fuga dai seggi: storico record negativo

L'affluenza alle urne. A Napoli fuga dai seggi: storico record negativo
di Pietro Treccagnoli
Lunedì 1 Giugno 2015, 07:57 - Ultimo agg. 08:14
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Ai seggi di vico Tiratorio, Quartieri Spagnoli di Napoli, il problema principale era la mancanza della password per il wi-fi della scuola. Alle 20,25 cominciava Napoli-Lazio, decisiva per un posto in Champions League. Sui tavolini nel corridoio due computer accesi sorveglianti e scrutatori non riuscivano a collegarsi al sito spagnolo per godersi on line la sfida di campionato. San Paolo batte Santa Lucia, c’era poco da fare. Con tutte le palpitazioni della rimonta smontata. La sfida tra azzurri e celesti (per l’occasione, granata) ha avuto il suo peso sullo spettro dell’astensionismo che si è fermato su cifre da sfiducia diffusa. Napoli per tutta la mattinata, prima di attestarsi alla fine al 40,69 per cento, ha navigato su percentuali più alte di cinque anni, come gran parte della Campania. Ma era un effetto ottico che si è disvelato già con il dato parziale delle 19.





Alle passate Regionali si votava domenica e lunedì, stavolta solo domenica. La verità stata sancita a urne chiuse. Il voto in Campania si è fermato al 51,9 per cento, sotto di oltre dieci punti rispetto a cinque anni fa. Tonfo, tonfo secco e doloroso, questo è. Uno su due, se n’è fregato. E a Napoli ancora peggio, 6 su 10 sono rimasti a casa. Un’emoraggia mai vista. È la percentuale più bassa della storia. Un record negativo che fa e farà discutere. Che ci fosse, in giro, un disinganno malmostoso verso la tornata elettorale non era un segreto. Se n’è parlato e straparlato, come a voler esorcizzare un demonio, come a rifiutare la presenza del convitato di pietra. Per i più moralisti, mai come quest’anno, toccava scegliere tra Barabba e Barabba. Quindi meglio starsene a casa, meglio andarsene a godersi il weekend-più-ponte in costiera, nelle isole o in Cilento, meglio una passeggiata, una pizza. Così da settimane il coro degli aventiniani si era espresso sui social network, con molti delusi e disillusi. Una sfiducia perciante, prevalente tra i giovani, i meno motivati in assoluto. Ma crescente pure tra chi al voto, alle sfide è abituato. Persino, uno stakanovista delle elezioni come il professor Gilberto Antonio Marselli, 87 anni, decano della Sociologia, aveva ammesso di aver gettato la spugna. Un suo post, commentatissimo su Facebook, è stato netto: «Per la prima volta nella mia vita non voterò». E giù commenti di assenso (di più) e dissenso (di meno). Era questa l’aria che tirava anche lontano dai social e lontano dai seggi, nella vita reale. Per dire, a Napoli città erano molto più affollati gli scogli di via Caracciolo, di Mappatella Beach, la lingua di sabbia della Colonna Spezzata, le spiaggette di Posillipo e le pizzerie di via Partenope o di via Tribunali. E non erano solo turisti. La partita, poi, ha fatto il resto. Vuoto, quasi iperuraneo, dalle 21 alle 23. Passava solo qualche juventino o interista. I più motivati per l’astensione hanno deciso di non turarsi il naso e si sono aggiunti al primo partito, quello degli assenti, vincendo la partita della protesta. I migliori alleati dei nuovi iscritti al partito della giornata al mare sono stati gli habitué dell’assenza, tra i quali ci sono molti reduci del voto di scambio. I parcheggiatori abusivi, e mica solo loro, tutto l’universo in espansione, ma pur sempre marginale dell’arte della sopravvivenza, interrogati hanno avuto un sola risposta: «Non vado a votare da molti giri. Nessuno mi ha dato un posto, perché dovrei andarci ora». La Napoli dell’astensione non è, però, omogenea, compatta. In alcuni seggi del Vomero, già nel primo pomeriggio, si viaggiava sopra il 50 per cento e la percentuale è salita costantemente. Ma solo in alcuni. A Chiaia, davanti al liceo Umberto, vista la bassa pressione, il tormentone era: «Ma come si fa a indire elezioni il 31 maggio con un ponte a ridosso?». In controtendenza solo i Comuni dove si sceglieva il sindaco. E nemmeno in tutti: ci sono state controtendenze alla controtendenza. Mentre a Giugliano, dove alle urne è andato pure il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, la sinistra era divisa, ma si è arrivati al 63 per cento.



A Quarto, invece, dove sono state bocciate una mezza dozzina di liste presentate dati bassissimi di affluenza. Ercolano è stata nella media, il picco nella piccola Casola. A Salerno città, feudo incontrastato di Vincenzo De Luca, l’affluenza si è mantenuta, nella giornata, sotto la media. La tendenza si è ribaltata di sera, quando c’è stato il rientro dal mare, con un andamento inverso rispetto a Napoli, dove l’ammosciamento è aumentato con le prime ombre della sera e le maledizioni per i gol della Lazio.



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