Natale senza luci, la rivolta delle griffe di Napoli: «Uno scandalo»

Natale senza luci, la rivolta delle griffe di Napoli: «Uno scandalo»
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 16 Dicembre 2017, 10:03 - Ultimo agg. 13:58
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Una lettera al sindaco Luigi de Magistris, a firma di un gruppo di commercianti e stilisti napoletani, per comunicargli, senza mezzi termini e in maniera ufficiale, il totale disappunto circa la vicenda luminarie. Si dichiarano «indignati», i firmatari di quel documento, e per due ragioni, anzi tre. La prima riguarda il ritardo «sconcertante e inammissibile» con cui le luci di Natale sono state installate in gran parte delle strade cittadine. La seconda «lo squallore e la bruttura di vecchie decorazioni di scarto montate a pochi giorni dalla Vigilia nelle vie del centro». La terza, invece, «la totale e inaccettabile mancanza di programmazione». Perché è vero che soldi non ce ne sono, ma è anche vero - spiegano - che se per tempo si fosse cercata una soluzione le cose non sarebbero andate così. Tant'è che la lettera si conclude con una richiesta precisa inviata al sindaco e all'assessore Borriello. Ovvero quella di convocare una riunione tra le parti interessate già a febbraio per cominciare a organizzare l'installazione delle luminarie per il prossimo Natale: «È chiaro che, in assenza di fondi, se si comincia a ragionare sulle possibili soluzioni a novembre, come si può pensare di farcela nel giro di un mese? Impossibile».

E infatti i risultati sono sotto gli occhi di tutti: fino a qualche giorno fa la città era praticamente al buio ad eccezione di quelle zone, poche, dove gli stessi commercianti mettendo mano alla tasca avevano organizzato gli addobbi. Una disorganizzazione assoluta - secondo chi scrive - dovuta a «superficialità, sciatteria e disinteresse» che ha rovinato del tutto l'atmosfera natalizia che, invece, contribuisce a rendere il periodo delle feste particolarmente suggestivo, sia per i turisti che affollano la città che per gli stessi napoletani.
 
A mettere nero su bianco sdegno e disapprovazione alcuni nomi della moda napoletana. Eccoli: Maurizio Marinella, Antonio De Matteis per Kiton, Mariano Rubinacci, Carla Della Corte, Roberta Bacarelli, Sally Monetti, Gianluca Isaia, Alessandro Spada per Amina Rubinacci e Alessio Visone. Un coro unanime il loro: «Non ci stiamo più. È una questione di dignità. Napoli ha diritto a luci e addobbi come tutte le altre città di Italia e d'Europa: da Roma a Milano a Londra e Parigi, non siamo secondi a nessuno per bellezza e turismo». La «normalità», insomma: i firmatari della lettera non chiedono nulla di più e se la prendono con chi, in assenza di danaro, non prova nemmeno a cercare soluzioni alternative fino a quando non è ormai troppo tardi.

Anche perché proprio a Chiaia gli stessi commercianti le luminarie se le sono pagate e installate grazie all'iniziativa di sei imprenditrici del quartiere che - si legge ancora nella lettera - hanno coordinato l'operazione «convincendo i singoli negozianti a tassarsi per l'acquisto delle luci riuscendo così a illuminare almeno le arterie secondarie».

«Volete la verità? Siamo stanchi di subire e abbiamo deciso di esprimere tutta la nostra indignazione per una vicenda che ha del grottesco». Ma c'è dell'altro. Chi firma la lettera vuole anche fare sapere al primo cittadino che non sarà più disponibile ad «accontentarsi» come invece si è fatto fino a oggi: «Il prossimo anno, gentile sindaco Luigi de Magistris, non solo vogliamo le luminarie, ma non consentiremo neppure che ci vengano rifilati gli avanzi recuperati chissà dove. Senza contare che dovranno essere montate nei tempi giusti e non a pochi giorni dalle feste quando il sapore è quello della beffa. No, così non va, abbiamo a cuore la nostra meravigliosa città e come nel nostro lavoro cerchiamo di dare sempre il meglio, allo stesso modo pretendiamo che lo faccia chi ha la grande responsabilità di amministrarci. E potete anche smetterla di ripeterci che le casse sono vuote, per fortuna qui a Napoli ci sono tanti imprenditori di successo che, a fronte di un progetto serio e concreto, sarebbero felici di parteciparvi investendo il loro danaro. Con il solito, unico obiettivo: valorizzare e rilanciare la nostra città».
 
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