È caos asili a Napoli: quattro nidi aperti a ottobre pronti a chiudere

È caos asili a Napoli: quattro nidi aperti a ottobre pronti a chiudere
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 12 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 10:09
3 Minuti di Lettura
Il grido di allarme era partito già a settembre. Tante le mamme che al rientro dalle ferie avevano trovato chiusi o aperti per pochi mesi gli asili nido creati con i Pac, i fondi del Piano Azione e Coesione del Ministero dell'Interno. Budget che annualmente vengono riassegnati con riparti coordinati sempre dal Viminale, ma non prima di aver ottenuto una rendicontazione accurata e una richiesta di proroga da parte della Municipalità di competenza. Già in passato c'erano stati problemi proprio nelle compilazioni delle domande inviate tramite piattaforma Mepa (mercato elettronico della pubblica amministrazione) e anche stavolta ci sono problemi. È ancora chiuso, in attesa del via libera da Roma che però tarda ad arrivare, l'asilo nido «Il Cucciolo» nella Municipalità 5. Aperti a ottobre ma in chiusura a dicembre (per scadenza della gestione indiretta) gli asili nido «Rocco Jemma» (questo aperto a maggio) e «Fava Gioia» entrambi nella Municipalità 2, e il «Faraglia» della Municipalità 10, poiché non essendo stata bandita la nuova gara per riassegnare la gestione, la continuità pedagogica non potrà essere garantita poiché le pratiche sono piuttosto lunghe. A questo contesto non proprio idilliaco dei nidi Pac, va sommato quello dei nidi comunali a gestione diretta, con seri problemi di organico che si ripercuotono sulla sicurezza e la crescita dei bimbi.
 
Sull'asilo nido «Il Cucciolo» poi non si contano gli stop che ha subito questa struttura dell'Arenella, l'unica comunale essendoci solo asili privati. L'ok dal Viminale non arriva ancora (era previsto a fine settembre) e la sensazione è che ci sia qualcosa che non va nella domanda presentata sulla piattaforma elettronica. Oggi intanto dovrebbe essere aperta la busta con le offerte economiche delle varie cooperative che hanno partecipato al bando di gara e chi avrà vinto dovrà aspettare altri 40 giorni per i controlli antimafia. Ma ciò che conta è il via libera dal Ministero dell'Intero: prima di allora, «Il Cucciolo» non potrà aprire.

Sono tre i nidi Pac aperti a ottobre e chiuderanno, per la scadenza del bando di gara, a dicembre. Due, «Rocco Jemma» e «Fava Gioia», sono nella Municipalità 2, e poi c'è il nido «Faraglia» nella Municipalità 10. Non essendo stato pubblicato il nuovo avviso, sommando i tempi burocratici di sicuro non si potrà garantire la continuità, con l'ennesima beffa per le mamme che ora dovranno ricominciare da zero cercando soluzioni alternative per i loro piccoli. Un danno oltre che economico (tante dovranno prendere permessi dal lavoro e pagare babysitter non potendo iscriverli in altri nidi) anche psicologico, poiché per bimbi così piccoli le educatrici sono delle seconde mamme. Mancherà la continuità didattica, quindi, cosa importantissima per bambini in tenera età. C'è poi il nido «Borsellino» nella Municipalità 2, quasi pronto dopo la ristrutturazione, che vorrebbero aprire ma anche questo ha assegnazione in scadenza a dicembre, quindi sarebbe solo un taglio del nastro. Nel giugno 2019 inoltre finirà l'erogazione dei fondi Pac e il futuro appare incerto perché non si sa bene cosa si farà di questi nidi una volta esauriti i finanziamenti. Dei 53 nidi del Comune di Napoli (oltre a 7 sezioni primavera), 12 sono stati aperti con i fondi del Piano di Azione Coesione, e per l'anno prossimo la cifra totale dovrà essere di 20 strutture.

Ma è tutto il comparto asili nido a essere nel caos più totale. Cisl Fp ha indetto per il 23 novembre l'ennesima assemblea generale di tutto il personale educativo e scolastico per discutere dello «sfascio della scuola comunale» come sottolinea in una nota Agostino Anselmi, coordinatore generale delle funzioni locali e responsabile del Comune di Napoli di Cisl Fp. «Ci sono ancora asili chiusi come Mondo Gioioso a Scampia e Torricelli a Pianura» spiega. «Inoltre, cosa gravissima, stanno per assumere a tempo determinato maestre pur essendo in un numero adeguato. A mancare sono le educatrici, invece, e non a caso in tanti nidi non si può assicurare il tempo pieno. I piccoli dopo il pasto non possono fare il riposino e devono tornare a casa, con gravi ripercussioni sul loro benessere. In altri nidi, invece, mancano i lettini e li lasciano dormire nei passeggini. È un vero e proprio disastro».
© RIPRODUZIONE RISERVATA