Il mare è la sua vita. La sua strada quotidiana. D'inverno come d'estate. Ed è sul mare che bagna quella che Norman Douglas definì la Terra delle Sirene, che ha trascorso ben cinque giorni non senza creare patemi ai suoi familiari che ne avevano denunciato la scomparsa. Ferdinando Esposito, detto «O carcerato», 80 anni compiuti e ben portati, era uscito dal porto di Maiori per una delle sue battute di pesca il 29 ottobre scorso. E da allora non aveva più fatto ritorno in banchina trascorrendo gli ultimi cinque giorni a bordo della sua imbarcazione da cinque metri. Peraltro senza telefono cellulare e radio.
È rimasto in mare dopo aver esaurito le scorte di carburante nel motore finendo per essere sospinto dal moto perpetuo del mare.
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Una disavventura a lieto fine per il pescatore di Maiori che aveva messo in apprensione i familiari, che da cinque giorni attendevano il suo ritorno a casa. Mai avrebbero immaginato che a motore spento sarebbe stato ritrovato a Capri dopo quasi una settimana trascorsa in mezzo al mare. E per fortuna le condizioni meteomarine di questi giorni sono state fin troppo buone considerata l'annunciata ottobrata con sole e temperature sopra la media stagionale.
La scomparsa del pescatore era stata segnalata dai familiari che, preoccupati, avevano diffuso persino un appello sui social network affinchè si attivassero le ricerche e si favorisse un più agevole riconoscimento del congiunto scomparso. E invece, Ferdinando Esposito, stravagante lupo di mare capace di arrivare a Capri, a bordo della sua imbarcazione non si mai perso d'animo e sospinto dal moto perpetuo del mare ha atteso speranzoso che qualcuno da terra lo avvistasse o che incrociasse qualche altra imbarcazione.
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Un episodio che ha sbizzarrito la fantasia di tanti che per un giorno hanno scomodato i grandi classici della letteratura come «L'uomo e il mare» di Ernest Hemingway per descrivere la traversata dell'ottantenne di Maiori capace di restare in mare per cinque giorni senza telefono, senza radio e senza nè cibo nè acqua, in quello stesso specchio di mare in cui Ulisse, secondo la leggenda, si imbattè nel canto delle sirene senza cedere alle loro lusinghe. E Ferdinando Esposito, anche se in maniera improvvida, non ha saputo cedere alla tentazione di libertà che il mare riesce a trasmettere. Una storia la sua a lieto fine in queste calde giornate d'autunno, lì in mezzo al mare dove non esistono paure di contagio se non quelle di cedere al canto di una sirena.