Il pentito Giuseppe Simioli, a lungo reggente del clan Polverino, è stato ascoltato oggi dai giudici del tribunale Napoli nord nell'ambito del processo che vede imputati l'ex sindaco di Marano Mauro Bertini, i fratelli Raffaele e Aniello Cesaro e l'imprenditore del mattone Angelo Simeoli. L'escussione del collaboratore è stata richiesta dai giudici di Napoli nord proprio alle battute finali di un processo di primo grado che si trascina da circa tre anni e incentrato sui rapporti - anche di natura corruttiva - tra gli imputati.
«Tra i Cesaro e i Polverino, in relazione alla vicenda Pip di Marano, c'era un patto di affari. E' stato Polverino Giuseppe a riferirmelo più volte.
Il pentito ha riferito a lungo anche su Angelo Simeoli, uno dei palazzinari di punta di Marano, e sull'ex sindaco Bertini, a lungo agli arresti domiciliari. «Bertini non lo ho mai conosciuto personalmente, ma so che nei primi anni di amministrazione non è sceso a patti con nessuno. Verso la fine del suo mandato, invece, ha avuto rapporti ottimi con gli imprenditori del mattone, in particolare con Antonio e Angelo Simeoli. Ha dato loro concessioni edilizie, credo in relazione alla vicenda della masseria del Galeota».
Infine sui Angelo Simeoli: «Più volte l'ho visto interloquire con Polverino Giuseppe. L'ho incontrato nel ristorante a Marano, Villa Borghese, di sua proprietà, altre volte l'ho incontrato ai Camaldoli o in altri posti dove ha discusso svariate volte con Polverino per questioni di affari e legate al mattone».
I giudici hanno sciolto anche una riserva e alla prossima udienza interrogheranno anche il pentito Giuseppe Ruggiero, neo collaboratore di giustizia, nonché per anni elemento apicale dei Polverino. Gli imputati, a vario titolo, sono accusati di corruzione e concorso esterno.