Omicidio Khashoggi, rimossi 007 saudita e stretto consigliere del principe

Omicidio Khashoggi, rimossi 007 saudita e stretto consigliere del principe
Sabato 20 Ottobre 2018, 08:31 - Ultimo agg. 12:54
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Riad ha rimosso dal proprio incarico Saud al-Qahtani, esponente di spicco della Corte reale saudita e stretto consigliere del principe ereditario Mohammed bin Salman, in relazione alla morte del giornalista Jasmal Khashoggi. Lo riferisce al Arabiya. Qahtani, definito lo «Steve Bannon saudita», è considerato lo 'strategà della politica mediatica del principe.

Oltre a Qahtani e il generale Ahmed al-Asiri - numero due dell'intelligence saudita - sono stati rimossi i generali Mohammed bin Saleh al-Rumaih, del Direttorato dell'intelligence, Abdullah bin Khalifa al-Shaya, a capo del settore Risorse umane, Rashad bin Hamed al-Mohammad, responsabile del Dipartimento della sicurezza e della protezione.

Lo 007 rimosso. Il generale Ahmed al-Asiri, rimosso dall'incarico di vice capo dell'intelligence saudita per l'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, è uno dei consiglieri più vicini al principe ereditario Mohammed bin Salman. Secondo le autorità di Riad sarebbe stato lui a organizzare l'operazione finalizzata all'uccisione dell'editorialista del Washington Post, voce critica rispetto a Mbs, acronimo con cui il principe ereditario è noto in Occidente. Ed è quindi al-Asiri la vittima sacrificale scelta dall'ambizioso principe per rispondere alle crescenti pressioni della comunità internazionale sul caso Khashoggi. Intanto re Salman ha ordinato una ristrutturazione del comando dell'agenzia generale dell'intelligence saudita, affidando la supervisione proprio a Mohammed bin Salman. Era stato proprio il principe ereditario a promuovere al-Asiri, lo scorso anno, alla carica di numero due dell'intelligence saudita. «Una figura chiave all'interno della famiglia reale saudita, un esponente molto importante», lo ha definito l'emittente al Jazeera. Al-Asiri non faceva parte della «squadra» di 15 uomini giunta a Istanbul dall'Arabia Saudita proprio il 2 ottobre, giorno della scomparsa di Khashoggi. Il suo nome non appare tra quelli registrati all'aeroporto di Istanbul e la sua immagine non è tra quelle riprese dalle telecamere di sicurezza. Ma Riad individua in lui la «mente». Prima di essere scelto da Mbs come numero due dell'intelligence saudita, al-Asiri era portavoce della coalizione militare araba guidata da Riad e impegnata dal marzo del 2016 a combattere i miliziani sciiti Houthi in Yemen.

La dinamica dell'omicidio. Le autorità saudite hanno riferito che il giornalista Jamal Khashoggi sarebbe stato strangolato all'interno del consolato di Riad a Istanbul. Lo scrive il New York Times, mentre l'Arabia Saudita ribadisce la versione della colluttazione terminata con la morte dell'editorialista del Whasginton Post. Per l'omicidio, le autorità saudite hanno arrestato 18 persone, tra cui 15 coinvolti direttamente nella presunta colluttazione, due funzionari dello staff consolare e un autista. Secondo la ricostruzione fornita dal New York Times citando fonti ufficiali saudite a condizioni di anonimato, Riad aveva emesso un ordine generale di rimpatriare i dissidenti che vivevano all'estero.
Quando il consolato di Istanbul ha riferito che Khashoggi si sarebbe recato in sede il 2 ottobre per ottenere un documento necessario al suo prossimo matrimonio, il generale Ahmed al-Asiri, allora vice capo dell'intelligence saudita, ha inviato una squadra di 15 uomini per affrontarlo. Della squadra faceva parte anche Maher Abdulaziz Mutrib, un addetto alla sicurezza saudita identificato dal New York Times come frequente bodyguard del principe ereditario durante i suoi viaggi all'estero. Mutrib era stato scelto perché aveva lavorato con Khashoggi una decina di anni fa nell'ambasciata saudita a Londra e lo conosceva personalmente.
Ma l'ordine di riportare in Arabia Saudita Khashoggi nel regno sarebbe stato interpretato erroneamente lungo la catena di comando, ha spiegato il funzionario saudita al Nyt.
Khashoggi ha cercato di fuggire davanti agli uomini della sicurezza presenti nel consolato, ma loro sono riusciti a fermarlo e lo hanno picchiato. Alle urla di Khashoggi, un uomo della sicurezza saudita lo ha strangolato a morte. «La colluttazione nella stanza non è durata a lungo», ha spiegato la fonte ufficiale saudita. In seguito al decesso, la squadra saudita avrebbe affidato il cadavere a un collaboratore locale e sarebbe questo il motivo per cui, sostiene la fonte, non sanno dove sia finito. I funzionari turchi sono invece convinti che i sauditi abbiamo fatto a pezzi il cadavere di Khashoggi con una sega e stanno cercando i suoi resti nella foresta di Belgrado vicino a Istanbul.
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