Giuseppe ucciso a 18 anni da un vicino di casa a Crotone. " Banale lite per motivi di condominio"

Giuseppe ucciso a 18 anni da un vicino di casa a Crotone. " Banale lite per motivi di condominio"
Sabato 13 Gennaio 2018, 17:51 - Ultimo agg. 14 Gennaio, 14:34
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Una lite per motivi di vicinato. Movente banale dietro la morte di un diciottenne,  Giuseppe Parretta, ucciso a colpi di pistola a Crotone da un 57enne, Salvatore Gerace, già fermato dalla polizia. Il delitto è stato commesso nel pomeriggio in via Ducarne, uno dei vicoli del centro storico della città, all'interno della sede dell'associazione «Libere donne», che da anni combatte la violenza sulle donne, presieduta dalla madre della vittima, Katia Villirillo.

Giuseppe era incensurato. Era uno studente al liceo artistico e saltuariamente lavorava come cameriere nei locali del centro per racimolare qualche euro. L'edificio in cui ha trovato la morte lo conosceva bene. In quell'edificio, infatti, non solo era ospitata la sede dell'associazione della mamma, ma c'è anche l'appartamento nel quale Giuseppe viveva. Nello stretto vicolo della parte antica di Crotone vive anche Gerace, volto noto per le forze dell'ordine che lo hanno arrestato in passato più volte per spaccio di droga e rapina. Secondo una prima ricostruzione fatta dalla polizia, già in passato ci sarebbero stati dissidi di vicinato tra il diciottenne ed il suo assassino.

Oggi, verso le 16.30, Giuseppe si trovava nella sede dell'associazione gestita dalla madre. Forse era in attesa di incontrarsi con gli amici o con la fidanzata. Gerace, probabilmente, l'ha visto mentre passava davanti all'edificio ed è entrato. Allora è scoppiata la lite, presumibilmente per gli stessi motivi. Al culmine, l'uomo ha estratto di tasca una pistola ed ha sparato 4-5 colpi, due dei quali hanno raggiunto il ragazzo al torace uccidendolo sul colpo. Commesso il delitto, l'assassino è rimasto impassibile, fermo davanti alla sede, in attesa che arrivassero le forze dell'ordine, subito chiamate da chi ha assistito alla scena. E quando la prima volante della Questura è giunta nel vicolo, l'uomo ha consegnato la pistola agli agenti facendosi ammanettare. Subito dopo il fermo, l'uomo è stato condotto in Questura dove sarà interrogato dal magistrato di turno della Procura al quale dovrà spiegare cosa lo abbia spinto a sparare contro un diciottenne.

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