Il taxi con un'app sullo smartphone:
Napoli si adegua alle grandi città

Il taxi con un'app sullo smartphone: Napoli si adegua alle grandi città
di Nico Falco
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 07:00
4 Minuti di Lettura
Si fa tutto col telefonino, con un'applicazione user friendly, facile da utilizzare. Pochi click per impostare il punto di partenza, quello di arrivo, confermare la prenotazione. La richiesta viene smistata all'autista più vicino e pochi istanti dopo sul display compare l'icona dell'automobile che si sposta. E il pagamento, anche quello, è telematico: con carta di credito, prepagata o con Paypal, ma con la possibilità di lasciare, sempre tramite l'applicazione, una mancia. Presentazione ufficiale fissata per metà novembre, ma il servizio è già attivo in via sperimentale: MyTaxi, l'applicazione più diffusa al mondo per i taxi con 10 milioni di passeggeri, dopo Milano, Roma e Torino arriva anche a Napoli.
 
MyTaxi è stata fondata nel 2009 ad Amburgo da Niclaus Mewes e Sven Kulper. La startup è nata quasi per caso: i due ragazzi cercavano un sistema per evitare di dover ricordarsi ogni volta i numeri di telefono per chiamare un taxi, volevano qualcosa che permettesse di prenotare facilmente una corsa. Due anni dopo il servizio era in funzione in 6 città tedesche e, nel 2011, è sbarcato a Vienna, diventando un'app internazionale. MyTaxi è arrivato poi in Spagna e, nel luglio 2012, è stato introdotto il sistema di pagamento tramite app. Nel 2014, infine, la società è entrata a far parte di Daimler Mobility Services GmbH (Gruppo Daimler). Oggi MyTaxi è diffusa in più di 100 città europee, conta oltre 500 dipendenti, oltre 100mila tassisti iscritti e ha 26 uffici tra Germania, Spagna, Polonia, Portogallo, Inghilterra, Svezia e Irlanda. In Italia, dove le sedi sono a Milano, Roma e Torino, conta 3800 tassisti iscritti (1250 a Milano dall'aprile 2015, 2400 a Roma dal maggio 2016 e 150 a Torino dal maggio 2017).

«Noi lavoriamo soltanto con tassisti con licenza dice Barbara Covili, General Manager di MyTaxi Italia è stata per noi una scelta di campo, siamo perfettamente in linea con le leggi italiane. A Napoli stiamo registrando un'ottima risposta da parte dei tassisti, anche perché con l'applicazione si combatte l'abusivismo: chi la usa riceve tutte le informazioni del guidatore, compreso nome e numero di targa della vettura, c'è un altissimo livello di trasparenza che influisce anche sulla percezione del cliente». E tutti i pagamenti verranno tracciati. «Si può pagare anche in contanti continua Covili ma qualsiasi transazione verrà memorizzata dal sistema e l'importo sarà quello indicato dal tassametro o della tariffa fissa prevista, senza alcuna aggiunta». Il tassista, poi, non ha nessun obbligo di esclusiva: può rimanere legato alla cooperativa e, in aggiunta, lavorare con MyTaxi. «A differenza di altre applicazioni simili conclude la Covili noi apriamo società in ogni Paese in cui siamo. Quindi assumiamo persone, portiamo un nuovo tipo di lavoro, estendiamo un servizio che il turista può già usare nella sua città di provenienza e paghiamo le tasse nella Nazione dove operiamo».

Pochi click ed è tutto pronto. Basta anche una ricerca della destinazione con Google Maps: sotto l'icona dell'omino che fa il tipico gesto di chiamare un taxi e la durata del tragitto c'è l'applicazione con una previsione di spesa. Approssimativa perché, come spiega Barbara Covili, «in Italia il tassametro non si avvia quando il cliente sale a bordo ma quando la chiamata viene accettata e la stima non può tenere conto del punto di partenza del tassista». Cliccando sull'icona dell'automobile si apre MyTaxy. Un paio di minuti per inserire i propri dati personali e, se non si vogliono usare i contanti, il metodo di pagamento. Il gps riconosce il luogo da cui parte la prenotazione e restituisce il tempo di attesa, poi compare il simbolo che corrisponde al taxi in arrivo. Infine, il pagamento, sempre tramite app.

A settembre, durante la Settimana Europea della Mobilità, MyTaxi ha presentato in Senato i risultati dello studio Mobilità Urbana e Tecnologica: l'impatto dell'e-hailing, realizzato da un'equipe di ricerca del CERTeT dell'Università Bocconi. Sono stati presi in considerazione i dati di servizio di 12 mesi, dall'ottobre 2016 al settembre 2017, a Milano e a Roma. Dallo studio sono emersi due principali fattori positivi: la maggiore flessibilità nell'accesso ai servizi, che si traduce in un miglioramento dell'efficienza negli spostamenti, e una maggiore conoscenza e trasparenza delle fasi del viaggio che crea un rapporto di fiducia col guidatore. Tra i benefici evidenziati, il miglioramento in sicurezza e affidabilità del servizio di trasporto: tramite l'applicazione è infatti possibile prenotare una corsa anche per una terza persona, fissando i parametri e pagando tramite dispositivo. Lo studio, dal lato dei tassisti, ha inoltre evidenziato una riduzione dei tempi di attesa medi tra una corsa e l'altra e un incremento del numero di clienti.
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