Anm Napoli, fumata nera: non passa il bilancio, torna l'incubo crac

Anm Napoli, fumata nera: non passa il bilancio, torna l'incubo crac
di Pierluigi Frattasi
Venerdì 14 Settembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 13:15
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Alta tensione in Anm. L'assemblea dei soci convocata mercoledì sera per approvare il rendiconto 2016 è saltata perché mancava il parere della società esterna di revisione dei conti. L'approvazione del bilancio è una delle condizioni poste dal Tribunale Fallimentare nei rilievi al piano del concordato. Ed è corsa contro il tempo, perché il documento contabile va approvato prima dell'udienza, prevista, salvo rinvii dell'ultimo minuto, per mercoledì prossimo. Le ultime ore, quindi, sono state concitatissime. L'Anm ha chiesto ufficialmente alla società dei revisori il parere. I ritardi sarebbero legati alla necessità di avere tutta la documentazione. E una nuova assemblea dei soci Anm è convocata per stasera. Bisognerà approvare il bilancio entro mezzanotte. «Invitiamo tutte le parti interessate commenta Nino Simeone, presidente commissione Trasporti al senso di responsabilità per chiudere positivamente questa difficile vertenza e salvare l'azienda del trasporto pubblico di Napoli. In questi mesi sono stati fatti enormi sacrifici, sia da parte dei cittadini che dei lavoratori, che sarebbe ingiusto e inaccettabile vanificare».
 
Già sul bilancio 2015, l'ultimo approvato, la società di revisione aveva dichiarato l'«impossibilità a esprimere un giudizio». Non una bocciatura, ma neanche una promozione. Ma l'Anm conta di farcela e si lavorerà fino all'ultimo minuto per chiudere il rendiconto 2016, che, a quanto filtra, dovrebbe avere una perdita ridotta rispetto a quanto previsto nel piano di concordato fallimentare, grazie ad alcune partite ancora in sospeso a dicembre, chiuse si positivamente negli ultimi mesi. Gli uffici amministrativi e finanziari hanno fatto gli straordinari anche ad agosto per completare le verifiche sui conti. Nella relazione di luglio, infatti, il Tribunale fallimentare aveva ammonito sulla necessità di avere un bilancio «redatto con chiarezza che deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio». Mentre l'ultimo bilancio disponibile del 2015 «approvato con notevole ritardo, solo il 26 aprile 2017, risultava accompagnato dal parere dei revisori legali di impossibilità a esprimere un giudizio».

Benché sollecitati dai commissari, fino allo scorso luglio, i bilanci 2016 e 2017 non erano ancora stati approvati dall'assemblea dei soci. Nel mirino dei giudici, anche i crediti che l'azienda dei trasporti deve riscuotere dal Comune svalutati per oltre 9 milioni di euro senza motivare il perché non si siano fatti i decreti ingiuntivi per recuperare le somme. La difficoltà di riconciliare le poste del dare-avere ha fatto ritenere ai commissari giudiziali ancora «insuperati» i rilievi sollevati dalla società di revisione.

L'altro nodo critico sollevato dai giudici nel documento del 27 luglio scorso è l'incertezza sul valore dei beni messi in dismissione: l'officina di via Galileo Ferraris e la sede affittata ad Asìa di via Ponte dei Francesi - con valori da un lato sottostimati, dall'altro valutati addirittura più del doppio di quelli catastali. Le perizie degli immobili messi sul mercato saranno, quindi, aggiornate e potrebbero essere affidate ad esempio a periti terzi dell'Ufficio Tecnico Erariale o del Tribunale Fallimentare, che hanno competenza specifica sull'argomento. Sulla questione, il Tribunale a luglio aveva sollevato dubbi sulle stime presenti nel piano, dove, ad esempio l'officina di via Galileo Ferraris veniva valutata 4,8 milioni. Ma «non si comprendono le ragioni del valore così attribuito - scrivevano i giudici - sensibilmente inferiore rispetto al valore catastale pari a circa 7 milioni». «Né è chiaro - proseguivano - il valore superiore al doppio di quello catastale attribuito all'immobile di via Ponte dei Francesi», affittato attualmente ad Asìa come sede, stimato nella perizia circa 5,6 milioni.

Tra gli altri rilievi, i giudici avevano chiesto di illustrare meglio lo scenario post-concordatario, calcolando anche gli eventuali «effetti benefici per i creditori derivanti da azioni risarcitorie promuovibili» nei confronti degli ex manager. Tutti punti che l'Anm chiarirà al Tribunale.
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