Merkel: bacchetta Conte sulla Russia. G7, tutti contro Trump

Merkel: bacchetta Conte sulla Russia. G7, tutti contro Trump
Domenica 10 Giugno 2018, 21:58 - Ultimo agg. 12 Giugno, 14:55
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Lo strappo di Donald Trump con gli alleati storici degli Stati Uniti stavolta è destinato a lasciare i segni nel tempo, con conseguenze difficili da prevedere. Con una mossa shock e senza precedenti, il presidente americano ha sconfessato il G7 e lo ha fatto a modo suo, con un paio di tweet lanciati dall'Air Force One che lo portava a Singapore. Tweet che rischiano di mandare all'aria 70 anni e più di relazioni con i Paesi amici, dal Canada all'Europa passando per il Giappone. 

«Il ritiro via tweet è ovviamente deludente e anche un po' deprimente». ha detto Angela Merkel, ospite stasera al talk-show su Ard, commentando la decisione di Trump di ritirare la firma dalla dichiarazione comune del G7. «L'Europa deve prendere meglio il suo destino nelle proprie mani e difendere da sola i suoi valori, nel caso con il Giappone». Sugli Usa la Germania e l'Europa non potranno più «fare affidamento in maniera un po' avventata», ha aggiunto. Merkel ha spiegato che la decisione di Trump ha rafforzato la sua posizione sulla necessità di «impegnarsi per un'Unione europea unita e forte». «Il passo del presidente americano non rende la situazione più semplice», ha affermato analizzando la situazione. Ma d'altro canto, «neanche alzare i toni la migliora». Merkel ha chiarito che porterà avanti i colloqui con Trump, a luglio, al vertice Nato di Bruxelles. Nonostante i difficili rapporti con Washington, per la cancelliera ci sono buone ragioni per continuare a battersi per la partnership transatlantica.

Merkel afferma poi di non ritenere che Roma si ritirerà dalla dichiarazione finale del G7, ma attacca il premier Giuseppe Conte per l'appoggio a Trump sul rientro della Russia nel G8. «Credo che l'Italia agirà in accordo con quello su cui abbiamo trattato», ha detto. A una domanda sul tweet di Conte per la Russia nel G8, ha affermato: «Ha reagito velocemente. Sarebbe stato bello se ci fossimo parlati prima». Merkel ha spiegato di intendere questo quando parla di «lealtà e forza dell'Europa», «ci si parli fra di noi».

L'ira di Merkel (Berlino parla di «credibilità del G7 distrutta») e del presidente francese Emmanuel Macron è eloquente e avvicina lo scenario di una guerra commerciale a tutto campo. Mentre l'attesa per la reazione sui mercati nelle prossime ore tiene tutti col fiato sospeso. Il tycoon era già in volo e, dopo aver ascoltato il premier canadese Justin Trudeau che prometteva rappresaglie sui dazi, in uno scatto d'ira ha deciso di non appoggiare più il comunicato finale del summit appena firmato a Charlevoix, nel Quebec. Anzi, Trump ha alzato il tiro minacciando altre tariffe commerciali, stavolta quelle temutissime sull'import di automobili.

Il compromesso messo a punto faticosamente dopo due giorni di negoziati ruvidi e tesi di colpo è divenuto carta straccia, appena pochi minuti dopo la sua pubblicazione. Uno schiaffo clamoroso, che nell'immediato getta nel caos il club delle sette potenze industrializzate. Con il G7 - azzarda qualcuno - che potrebbe essere la prima vera vittima del trumpismo, il cui obiettivo sembra oramai chiaro: rottamare il vecchio ordine mondiale, ridisegnando a 360 gradi i rapporti con i partner di una vita e rivolgendo sempre più lo sguardo a Cina e Russia, forse avendo in mente - come sottolineano alcuni osservatori - un futuro 'G3'.

Trudeau «ha pugnalato gli Stati Uniti alle spalle», tuona il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, per il quale il premier canadese rischia di indebolire la posizione di Trump al vertice storico con Kim Jong-un. Questo per aver definito «un insulto» i dazi su acciaio e alluminio imposti dagli Usa al Canada e all'Europa e per aver promesso adeguate contromisure. Quella rappresaglia che forse il tycoon sperava di aver disinnescato. Ecco perché le parole di Trudeau fanno parlare Trump di «tradimento», con il premier canadese dipinto come un leader «debole e disonesto»: storicamente il livello più basso delle relazioni tra Usa e Canada. Anche perché Kudlow rincara la dose: «C'è un posto speciale all'inferno per ogni leader straniero che si comporta in malafede con il presidente Trump». Toni durissimi, forse non solo dettati dal carattere impulsivo del tycoon, ma anche frutto di un azzardo calcolato: arrivare fino a un punto che sembra di non ritorno nella speranza che questo alla fine favorisca un dialogo sulle posizioni Usa. Una tattica simile a quella adottata con la Corea del Nord.

Intanto, però, a Parigi e Berlino monta la rabbia. «La cooperazione internazionale non può essere dettata da scatti di rabbia e dichiarazioni usa e getta», si sfoga il presidente francese, che invita Trump «ad essere seri»: «Abbiamo preso degli impegni con i nostri popoli e dobbiamo mantenerli». Dura anche la reazione tedesca: «Con un tweet di 280 caratteri, Donald Trump ha distrutto la credibilità del G7, per ricostruire la quale ci vorranno anni», ha affermato il suo ministro degli Esteri Heiko Maas. Infine arriva anche la risposta di Trudeau: «L'accordo storico che abbiamo concluso al G7 favorirà la prosperità dei cittadini e l'economia, proteggerà la democrazia, preserverà l'ambiente e garantirà i diritti delle donne e delle ragazze nel mondo. È quello che conta».

 

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