Piano Sud, il governo rilancia: sostegno al business innovativo

Piano Sud, il governo rilancia: sostegno al business innovativo
di Marco Esposito
Martedì 11 Settembre 2018, 10:30 - Ultimo agg. 11:50
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Spente le telecamere sulla giornata d'apertura della Fiera del Levante, cala in genere l'attenzione per il Sud. Ma il governo Conte ha necessità di riequilibrare le iniziative a spiccata natura territoriale portate avanti dalla Lega, a partire dell'autonomia chiesta da Veneto e Lombardia, per cui da un lato sta mettendo a punto un ampio pacchetto di interventi per fare del Mezzogiorno un'area pilota di sviluppo economico, e dall'altro sta fissando dei paletti per evitare che il piano per l'autonomia vada oltre quanto previsto nel Contratto di governo Lega-M5s.

I due temi, pur intrecciati, seguono percorsi diversi. Nell'agenda del governo prende forma un grande piano per il Sud. Secondo Affari Italiani il governo sta lavorando su alcuni dossier su cui sono impegnati direttamente il premier Giuseppe Conte e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. Le misure più significative allo studio sono la decontribuzione per tre anni a chi assume nel prossimo triennio, l'avvio celere delle Zes (Zone economiche speciali) e le semplificazioni nella richiesta dei fondi europei. Per la decontribuzione il piano Conte-Lezzi prevede la possibilità di renderlo un bonus permanente, aggiungendovi la stabilizzazione del bonus al 100% per i contratti di quelle imprese che assumono a tempo indeterminato nel Mezzogiorno. Altra misura allo studio, è l'estensione ai professionisti dell'incentivo Resto al Sud, l'agevolazione riservata agli under 35 che vogliono aprire un'impresa nel Meridione, con l'innalzamento dell'età a 40 anni. Il governo sta lavorando anche a un forte sostegno verso iniziative private, attraverso la creazione di industrie parastatali in settori innovativi e il sostegno a giovani startup specializzate in business emergenti come la robotica, il software e la componentistica (settori nei quali spiccano centri di ricerca eccellenti nel Sud) capaci di reggere la sfida internazionale. Per dare vigore al pacchetto Sud si sta studiando un tour di Conte e Lezzi, anche per poter effettuare una ricognizione dei fondi coesione europei.
 
Sul fronte dell'autonomia la discussione interna ai Cinquestelle ha bloccato l'idea di Luca Zaia e dell'ex ministro Roberto Calderoli di presentare una legge delega, che lasciasse quindi al governo e alle Regioni interessate il compito di scrivere le norme attuative. La Lezzi, inoltre, ha puntualizzato che l'autonomia (articolo 116 della Costituzione) non può essere realizzata mentre è inattuato un pezzo fondamentale del sistema federale italiano e cioè l'indicazione dei «livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale» (articolo 117) perché altrimenti si rischia di dare a un territorio togliendo a qualcun altro. Non è un timore teorico: la proposta del Veneto prevede espressamente che, per trasferire le risorse, non bisogna solo contare quanti studenti ci sono in Veneto ma anche quanto sono ricchi i loro genitori, mescolando cioè diritti e agiatezza economica, in base a un meccanismo che assegna più soldi per servizi essenziali a chi ha più reddito. Il Nord si è avviato di corsa per questa strada e ieri il ministro degli Affari regionali Erika Stefani ha ricordato che alle prime tre regioni - Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna - si sono aggiunte Piemonte, Liguria, Toscana e Marche, sottolineando però che a fare da capofila sarà il Veneto, per il quale la Stefani punta a preparare il disegno di legge entro il 22 ottobre, cioè a un anno dal referendum consultivo. Il Sud si era incamminato su tale via; ma dopo l'appello promosso dagli economisti Gianfranco Viesti e Vito Tanzi («No alla secessione dei ricchi») che ha raccolto 10mila firme, adesso vive una sorta di ripensamento, perché un conto è la sfida delle responsabilità, altra cosa affrontare regole di riparto delle risorse punitive nei confronti delle aree con minore capacità fiscale. Il governatore della Puglia Michele Emiliano sta pensando a una risposta forte e propositiva da Sud. Per dire sì all'autonomia differenziata, ma con i Lep e regole eque per tutti.
 
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