Assegno di inclusione, 635 euro in arrivo: a chi spetta e quando arrivano i pagamenti

Primi pagamenti dal 26 di questo mese

Assegno di inclusione, 635 euro in arrivo: a chi spetta e quando arrivano i pagamenti
Assegno di inclusione, 635 euro in arrivo: a chi spetta e quando arrivano i pagamenti
di Francesco Bisozzi
Sabato 13 Gennaio 2024, 22:07 - Ultimo agg. 17 Gennaio, 11:49
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Seicentotrentacinque euro di beneficio medio per cinquecentomila nuclei. Parte così l’Adi, l’assegno di inclusione, a gennaio. I primi pagamenti spiccheranno il volo il 26 di questo mese, più sostanziosi di circa 100 rispetto al reddito di cittadinanza. La misura che, in tandem con il Supporto per la formazione e il lavoro, il cui esordio risale a settembre, rivolto ai soli attivabili, va a sostituire definitivamente il reddito di cittadinanza, prevede un assegno base pari a 500 euro per i nuclei con minori, anziani, disabili e soggetti in condizioni di svantaggio, ma poi ci sono le maggiorazioni. 

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LA PLATEA

Il 90 per cento dei richiedenti, così risulta dai dati Inps, è un ex percettore del sussidio dei Cinquestelle. Sussidio che al suo debutto, era il marzo del 2019, aveva incamerato poco più di 500 mila richieste, dunque i numeri appaiono in linea con quelli dell’Adi, la cui platea di potenziali beneficiari ammonta secondo le stime ufficiali a 737 mila nuclei. Insomma, mancherebbero all’appello circa duecentomila richiedenti. Ma va anche detto che le domande possono essere inoltrate tramite i Caf, i centri di assistenza fiscale che offrono un servizio di prossimità ai cittadini, solo da questo mese. Per questo il direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi, è ottimista. 
«Le esperienze passate – sottolinea il direttore generale dell’ente – ci dicono che, trattandosi di una prestazione rivolta a nuclei fragili, molti utilizzeranno patronati e Caf per presentare l’istanza, quindi una prima sostanziale valutazione potremo farla solo a fine gennaio. Nel contempo, va tenuto in considerazione che l’attuale dinamica del mercato offre più opportunità rispetto al passato. Inoltre, la tipologia dei richiedenti dell’assegno di inclusione non può coincidere con quella del reddito di cittadinanza, considerato che le nuove misure sono personalizzate sulle esigenze delle persone e non in maniera indifferenziata come per il vecchio sussidio». Risultato? «Se andiamo a sommare le platee del Supporto per la formazione e il lavoro e dell’Adi – prosegue Vincenzo Caridi – credo che siamo in linea con il numero di nuclei di reddito di cittadinanza pagati nel 2023». Le domande per l’Adi arrivano soprattutto dalle regioni che accoglievano il maggior numero di beneficiari del reddito di cittadinanza, quindi Campania, Sicilia, Lazio e Lombardia. Per ottenere l’Adi è necessario un Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, sotto i 9.360 euro. Chi supererà i controlli vedrà arrivare i soldi direttamente sulla card di Poste Italiane. 
Le verifiche sui requisiti richiesti per accedere alla misura, diversamente da quanto accadeva con il reddito di cittadinanza, avvengono alla fonte, quindi prima di far scattare il semaforo verde alle erogazioni.

Del resto, uno dei grandi talloni di Achille dell’aiuto voluto dai Cinquestelle è stato quello di prestare spesso e volentieri il fianco ai furbetti. L’altro grande punto debole del vecchio reddito di cittadinanza sono stati, come è noto, gli inserimenti lavorativi dei percettori considerati attivabili. 

LA FORMAZIONE

Ed è qui che entra in gioco il Supporto per la formazione e il lavoro, che in quattro mesi ha totalizzato oltre 150 mila domande. Più di una su tre risulta accolta (56 mila), mentre il beneficio (350 euro) è già stato erogato a 26 mila richiedenti. « 

I destinatari potenziali del Sfl – spiega sempre Caridi – non sono i nuclei fragili, ma i soggetti attivabili al lavoro che non saranno tra i beneficiari dell’Adi e a cui, per l’accesso alla nuova misura, viene richiesto di assumere un impegno definito, anche se supportato, di avvio al percorso lavorativo. 
L’indennizzo economico è riconosciuto solamente in caso di effettivo avvio di un corso di formazione o altra iniziativa di attivazione professionale». Tutto passa attraverso la piattaforma Siisl, il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, pensata per rafforzare il legame tra domanda e offerta di lavoro, ma anche per consentire a tutti i soggetti coinvolti di avere in un unico punto le informazioni di cui necessitano, collegando tra loro utenti, regioni, centri per l’impiego, enti formatori, Anpal, agenzie per il lavoro, Comuni e Inps. Da quest’anno Siisl utilizzerà anche l’intelligenza artificiale per incrociare domanda e offerta di lavoro. 

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