Grecia, Tsipras ce l'ha fatta: da domani è fuori dal commissariamento Ue

Il premier greco, Alexis Tsipras
Il premier greco, Alexis Tsipras
di Giusy Franzese
Domenica 19 Agosto 2018, 18:39 - Ultimo agg. 20 Agosto, 13:27
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 La Grecia ce l'ha fatta. Dopo otto anni di enormi sacrifici per la sua popolazione, da domani è ufficialmente fuori dal commissariamento della troika europea. Il 20 agosto è una data da segnare con un grande cerchio blu sul calendario del salvataggio. La parola default è ormai un brutto incubo che gli ellenici possono mettere nell'album del passato. Per guardare al futuro con maggiore ottimismo.

Questo non significa che tutto da ora sarà  rose e fiori. Ci sono le riforme da portare avanti e i prestiti da restituire.  Appena due settimane fa, il 6 agosto,  l'Esm (il fondo Salvastati) ha erogato la quinta e ultima tranche di aiuti,  15 miliardi di euro. Di questa somma, 9,5 miliardi andranno a ricostituire la riserva di cash del paese mentre i rimanenti 5,5 miliardi saranno utilizzati per far fronte al pagamento degli interessi sul debito.

Dopo questa nuova iniezione di liquidità, la riserva di cash salirà a 24 miliardi di euro, il che dovrebbe permettere alla Grecia di far fronte alle proprie esigenze di finanziamento per almeno 22 mesi dopo la fine dell'attuale programma di aiuti prevista per domani.  

Ieri  il direttore generale dell'European Stability Mechanism, Klaus Regling, ha ricordato ad Atene che l'Esm è ia «un creditore molto paziente, ma che vuole essere rimborsato. Quindi seguiremo da vicino gli sviluppi in Grecia». Insomma nessun "liberi tutti", la Grecia dovrà attenersi rigorosamente ai termini raggiunti con i creditori. Dal 2010 ad oggi il governo di Atene ha ricevuto nei vari piani di salvataggio 289 miliardi di euro (330 miliardi di dollari) di credito a condizioni speciali. Regling si è comunque detto
«convinto che la Grecia possa farcela». 

Dal 2010 i progressi sono stati enormi. Qualche giorno prima di ferragosto l'agenzia di rating Fitch, nell'alzare il rating della Grecia a 'BB-' da 'B', confermando un outlook stabile, in una nota ha sottolineato che i conti pubblici del paese continuano a migliorare: «Il contesto politico della Grecia è divenuto più stabile e i rapporti fra la Grecia e i paesi creditori europei sono sostanzialmente migliorati» si legge nella nota.

Come si ricorderà il rischio default della Grecia aveva fatto traballare l'euro, trascinando nel frullatore degli attacchi speculativi tutti i paesi euro del Sud, Italia compresa. Il che avrebbe voluto di fatto dire la fine dell'intera impalcatura dell'Unione europea, di cui il nostro paese è uno dei fondatori. Furono giorni di grande paura. Per cui adesso che la lunga maratona per il salvataggio della Grecia è arrivata al traguardo c'è molta soddisfazione.

Eppure non tutti i timori sono fugati. E proprio ghli accadimenti interni all'Italia fanno sì che i fari restino ben accesi sul destino della moneta unica. Lo ricorda il Wall Street Journal in un lungo articolo che apre l'edizione online, nel quale si legge che l'uscita della Grecia dal commissariamento «segnerà la chiusura della crisi dell'eurozona, se solo non fosse per l'Italia e il fastidioso timore che l'euro non sia dopo tutto così stabile».

Non a caso - si ricorda -  il presidente francese Emmanuel Macron, la  cancelliere tedesco Angela Merkel e altri leader dell'Ue stanno discutendo le prossime mosse per rafforzare l'unione monetaria.
Secondo il WSJ però  lo sforzo «potrebbe non essere abbastanza»: «Le scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l'establishment europeo da parte dei politici a Roma  suggeriscono che lo spettro di una destabilizzante fuga di capitali da un paese della zona euro potrebbe verificarsi di nuovo. Un primo test - conclude - arriverà questo autunno, quando il nuovo governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».



 
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