La svolta rosa di De Giovanni: «Vi presento Sara, Ricciardi in gonnella»

La svolta rosa di De Giovanni: «Vi presento Sara, Ricciardi in gonnella»
di Ida Palisi
Lunedì 19 Febbraio 2018, 10:42
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Non si trucca, non si tinge i capelli ed è un'ex poliziotta. Si chiama Sara e promette di essere l'erede del commissario Ricciardi perché, come lui, ha doti particolari anche se non paranormali. È la protagonista di una nuova serie firmata da Maurizio de Giovanni che uscirà ad aprile nella nuova collana Nero Rizzoli, un paio di mesi prima del penultimo romanzo con il poliziotto che vede i morti. E sempre come lui, nato dall'incrocio dello scrittore con una zingarella, anche il personaggio di Sara è stato ispirato da un incontro.

«Una notte», racconta de Giovanni, «vidi in un'automobile ferma con il motore acceso una donna al volante, con i capelli grigi ma non vecchia. Indossava i mezzi guanti, quelli che lasciano le dita scoperte, e fissava nel vuoto. Questa immagine mi colpì molto. Tornai a casa e poi uscii dopo un quarto d'ora, guardai ma l'auto non c'era più e il suo posto era asciutto, anche se pioveva a dirotto. Si vede che era rimasta ferma per molto tempo. Mi sono chiesto chi fosse, che cosa ci facesse lì, che cosa ci fosse dietro il suo tormento: una sorveglianza, un'attesa, dei pensieri particolari. Così è nata l'idea del nuovo personaggio».

L'eroina ha 55 anni e si muove tra la collina del Vomero e la periferia napoletana, in epoca contemporanea. Ha attitudini speciali che la rendono tutt'altro che anonima, nonostante l'apparenza semplice: una donna fuori dal comune come tutte quelle di de Giovanni, anche le non belle come Enrica (la giovane amata da Ricciardi). Per Sara sono in programma due romanzi, intervallati dal seguito dei «Guardiani», mentre sono state appena chiuse le sceneggiature tratte da sei libri della serie di Ricciardi: Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno, Il giorno dei morti, Vipera e In fondo al tuo cuore.
 
Storie di passioni e illusioni, di miserie e di gelosie, che vanno dall'omicidio in inverno di un tenore al San Carlo e dai primi incontri con la bellissima vedova Livia e con la dolce Enrica, passando per una Napoli dai mille volti, dall'usura, ai circoli fascisti, agli orfanotrofi, alle case chiuse, fino al caldo luglio della festa della Madonna del Carmine. Sono i primi libri, è esclusa solo da questa prima riduzione televisiva la vicenda della suora ambigua in Per mano mia.

«Mancano ancora regista e cast ma si prospetta come una produzione di qualità alta. Come tutti gli scrittori spero che siano fedeli al testo nonostante la grande differenza di linguaggio». Nessuna idea su chi possa vestire i panni del tenebroso commissario cilentano: vari i nomi fatti in passato, da Luigi Lo Cascio a Luca Marinelli (reduce dalla fiction di Raiuno su Fabrizio De Andrè) ma lo scrittore questa volta non esprime preferenze.

«Mi auguro solo che sia meridionale», dice de Giovanni che non farà, al momento, alcun cameo, neppure quello del brigadiere Maione, pur avendo costruito la spalla di Ricciardi a sua immagine e somiglianza. Due ancora i libri del ciclo, in uscita nell'estate di quest'anno e del prossimo. Poi scoppia la guerra: «Finirò la serie ma non è detto che muoia, però preferisco fermarmi prima, piuttosto che troppo tardi. Quando non lasci fermo un personaggio come accade a Maigret o Montalbano ma lo fai invecchiare e cambiare, è giusto che sia così. Per questo anche i Bastardi avranno una fine».

Tre i romanzi previsti per i poliziotti del commissariato di Monte di dio, mentre si chiudono in primavera (messa in onda in inverno su Raiuno) le riprese in città della seconda serie della fiction, con sei puntate per la nuova regia di Alessandro D'Alatri: la prima sarà tratta da Cuccioli, la seconda dal romanzo Pane e la quinta dall'ultimo, Souvenir, mentre altre tre saranno girate su sceneggiature originali. In cantiere, infine, due testi per il teatro, con la produzione del Diana: uno tratto da Il resto della settimana (Rizzoli 2015), romanzo di costume ambientato in una Napoli in preda alla febbre calcistica, e un altro del tutto originale.
 
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