Italo Marseglia, lo stile
e la geometria delle taglie morbide

Italo Marseglia, lo stile e la geometria delle taglie morbide
di Maria Beatrice Crisci
Sabato 10 Novembre 2018, 16:00
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Italo Marseglia, classe 90, è un designer, un autentico talento di Terra di Lavoro. È nato a Vairano Patenora, dove ha iniziato gli studi, ma vive a Roma da diversi anni, ed è qui che ha fondato nel 2014 il brand con il suo nome, «Italo Marseglia». Il suo racconto: «Sono sempre stato affascinato dai grandi maestri della couture fin da quando frequentavo il liceo scientifico nella mia città. Ho sempre voluto fare il designer».

Quindi, si è trasferito a Roma per frequentare lo Ied?
«Era inevitabile. In realtà la progettazione ha molto a che vedere con il metodo scientifico. Da qui è nata l'idea di riuscire a concepire delle forme che fossero morbide e seguissero il corpo, un concetto di taglia innovativo».

Così la matematica, la logica e il rigore sono diventate le basi della sua creativita?
«Esattamente. Sono riuscito a integrare il mio background scientifico con quello che stavo studiando».

Roma ormai è diventata la sua casa?
«Sì, ma tutta la mia realtà produttiva è intorno alle piccole aziende campane che sono una vera eccellenza. La nostra regione vanta una realtà produttiva che altre non hanno e di conseguenza il mio legame con la terra d'origine è molto forte».

Come ha cominciato?
«Sono partito con l'alta moda, nell'atelier di Sarli, ho imparato quanto sia importante la dedizione, la cura del dettaglio. Però mi è servito per capire che non era quello che volevo fare. E ho iniziato la mia esperienza come free lance nel prêt-à-porter. Nel 2016 ho cercato di unire le due cose creando il mio brand Italo Marseglia».

Perché il prêt-à-porter?
«Innanzitutto perché è replicabile, puoi vestire più persone, racconti una storia e poi ognuno la modifica come vuole. Comunque dell'alta moda mi è rimasto l'amore per il materiale oltre che la cura del dettaglio».

E questo è evidente per il brand Italo Marseglia nella prima collezione di demi-couture?
«Sì, certo! È un prêt-à-porter, ma con tantissime attenzioni sartoriali. Il brand ha avuto il suo debutto a Parigi, io ero il più giovane di quelli selezionati. È stato un debutto sul mercato internazionale che ha avuto un ottimo riscontro. Nella prima fiera abbiamo ottenuto cinque punti vendita in tutto il mondo e ora siamo a dodici con l'ultima collezione».

Solo donna?
«Mi sto affacciando anche all'uomo, infatti nell'ultima collezione c'è una proposta di tre outfit maschili».

Nel suo curriculum anche delle docenze?
«Ho insegnato per tre anni all'istituto superiore di design di Napoli. Avevo il corso di «Stilismo_Metodologia progettuale», con il compito di trasmettere ai futuri designer un criterio nella progettazione. E poi il corso di «Moulage», con l'obiettivo di fornire una metodologia nel realizzare creazioni con sviluppo della forma su manichino. E ora continuo le mie collaborazioni con lo Ied di Roma con seminari sulla cooperazione tra designer e stylist volta alla realizzazione delle campagne pubblicitarie».

E l'incontro con la maison Gattinoni?
«Invero va avanti già da un po', c'è un sodalizio che ci lega attraverso diverse iniziative culturali a partire dalle mostre. Io sono stato allievo durante il mio percorso allo Ied di Stefano Dominella, presidente della maison, lui è un mecenate dei giovani talenti».

Lei è soddisfatto dei risultati?
Sorride: «Mediamente soddisfatto, nel senso che questo mi porta a impegnarmi su altri obiettivi che portano a un'ulteriore crescita».

Sente ancora forte il rapporto con il suo territorio d'origine?
«Sicuramente! Abbiamo una realtà e una tradizione sartoriale in Campania che non esiste altrove. La sapienza che c'è ad esempio per la camiceria, che è uno dei focus del mio brand, o per la confezione dei capispalla è unica e irripetibile».

E a dicembre alla Reggia AspettandoNapoliModaDesign ci sarà il trunk show di Italo Marseglia.
«Sono molto felice, anche perché è il primo evento che faccio con il mio brand in Campania e non potevo immaginare una location migliore della Reggia vanvitelliana, lo trovo un privilegio. Sono onorato e molto emozionato. Sarà una cosa all'altezza della location. L'invito è per domenica 2 dicembre alle ore 21».

Tra tanti impegni, ha tempo per un hobby?
«Mi piace il teatro. La moda è cultura e può esserci una connessione sia con il teatro, sia con la letteratura che con la musica. La collezione presentata ad Alta Roma 2018 era ispirata a un testo di Annibale Ruccello».
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