Caserta, imprenditore attende
da ventotto anni la prescrizione

Caserta, imprenditore attende da ventotto anni la prescrizione
di Biagio Salvati
Domenica 4 Novembre 2018, 09:00
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Ventotto anni di attesa dalla commissione del reato avvenuto nel1990 - per ottenere una dichiarazione di prescrizione che può essere formalizzata solo in udienza, in dibattimento, ma la fissazione dell'udienza in Appello, dopo la prescrizione dichiarata nel 2013 in primo grado dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per un motivo o per un altro non arriva. E' l'apocalittico scenario di un processo senza fine, che appare già di per sé una condanna, che potrebbe addirittura cristallizzarsi con la riforma sulla prescrizione: situazioni che stanno vivendo già da anni molti utenti della giustizia, come nel caso dell' imprenditore agricolo incensurato di Santa Maria Capua Vetere che fu accusato 28 anni fa di una tentata ricettazione mentre acquistava un carico di tabacco. L'uomo, difeso dallo studio legale Romano, ottenne la prescrizione in primo grado cinque anni fa ma il Procuratore generale impugnò la sentenza in Appello ritenendo la prescrizione non dovuta.
 
Un'attesa lunghissima durante la quale il difensore dell'agricoltore chiese anche la rinuncia della prescrizione ottenendo però un non luogo a procedere. Tutto ciò perché, per procedura, la prescrizione deve essere dichiarata durante il dibattimento. Un tema che in questi giorni sta registrando diversi dibattiti quello della riforma della prescrizione e che ha spinto i rappresentanti locali del foro di Santa Maria Capua Vetere dell'Anai (Associazione nazionale avvocati italiani) - gli avvocati Enrico Romano e Alberto Zaza d'Aulisio (presidenti rispettivamente delle sezioni di Santa Maria e Caserta, il secondo anche fresco componente dell'Organismo congressuale forense ) a fare proprio un documento dell'associazione legale a firma della presidente nazionale, avvocatessa Isabella Stoppani, nel quale si «esprime ferma contrarietà al testo di riforma della prescrizione in ambito penale presentato alla Camera dei Deputati, rilevandone, in primis, la evidente incostituzionalità a causa della violazione dei principi del giusto processo e della sua ragionevole durata, previsti dall'art.111 della Costituzione». Secondo l'Anai, «l'introduzione di tale abnorme istituto nel nostro codice penale prevederebbe la inaccettabile conseguenza, sul piano giuridico e processuale, di vedere cancellare la prescrizione dopo la conclusione del giudizio di primo grado, provocando l'inevitabile allungamento del processo e rendendo così di fatto sempre pendente la sentenza di condanna. L'Anai, peraltro, ritiene grave il mancato coinvolgimento della avvocatura in processi di riforma così radicali e chiede di essere immediatamente convocata in audizione alla Camera prima ed in Senato dopo, per potere illustrare i motivi della ferma contrarietà a tale proposta di modifica della legge penale.
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