Bomba al parco De Lucia,
fermati il pusher e suo padre

Bomba al parco De Lucia, fermati il pusher e suo padre
di Mary Liguori
Venerdì 21 Settembre 2018, 12:30
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La sequenza dei frame non è nitida abbastanza da consentire di dare un nome ai due autori dell'attentato dell'altra notte al Parco De Lucia. Ma i carabinieri diretti dal capitano Stefano Scollato, che indagano sotto il coordinamento della Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone, hanno informato la Dda di quanto accaduto la notte di San Gennaro a Santa Maria a Vico. Si cercano riscontri per dare un volto e un nome ai due uomini incappucciati che si vedono nel video ripreso dalle telecamere di alcuni negozi della zona in cui è stata fatta esplodere una bomba che ha distrutto la Matiz di Gennaro Morgillo, precedenti per droga, rapina, violenza e lesioni a pubblico ufficiale detenuto agli arresti domiciliari nel palazzo che affaccia sull'area in cui c'è stata l'esplosione. Ieri pomeriggio, poi, il colpo di scena: sia Gennaro Morgillo che suo padre, Mario, sono stati fermati dai carabinieri. Per fatti, a quanto pare, collegati con quanto accaduto l'altra notte. Vale a dire giri di droga.
 
C'è paura nella Valle di Suessola. Tanto che anche il deputato Antonio Del Monaco ha ritenuto di intervenire nel merito e, dopo aver contattato il sindaco Andrea Pirozzi, ha avuto un colloquio con il prefetto di Caserta. La bomba, stando a quanto emerso, poteva fare danni ben più gravi di quelli procurati all'auto del pregiudicato. Poche ore prima dell'esplosione, infatti, in quella zona si è tenuto un evento sportivo che ha calamitato un bel po' di gente in zona. E, prima che la situazione degeneri in quello che sembra uno scenario da polveriera, la Procura vuole mettere un freno ai fuochi che, sopiti sotto la cenere, stanno riprendendo vigore.La bomba è un atto clamoroso che potrebbe essere opera di gente che non vive in zona. Gente con la quale il destinatario dell'intimidazione potrebbe avere avuto contatti per l'approvvigionamento di droga. Dal Parco Verde di Caivano, che alimenta buona parte delle piazze di spaccio del Casertano, a Secondigliano, dunque, qualcuno potrebbe aver deciso di dare un segnale a Morgillo. Magari per una partita di droga non pagata. Ipotesi, come quella che l'atteggiamento spregiudicato del giovane possa avere urtato i nervi di uno dei capipiazza che di recente hanno lasciato il carcere e sono tornati a vivere nella Valle di Suessola. La geografia criminale dell'area maddalonese al momento non ha confini netti. Spingono dal Sannio i Pagnozzi, dall'hinterland casertano certe cellule locali dei Belforte mai veramente azzerate, restano residui della cosca Massaro. Insomma, Morgillo potrebbe aver pestato i piedi un po' a chiunque, tuttavia gli investigatori tendono ad escludere che un gesto tanto plateale possa essere opera della mala locale. Perché, si sa, bombe e morti portano controlli e l'assidua presenza delle forze dell'ordine intralcia lo spaccio e le estorsioni. Ieri è stato un altro giorno di interrogatori. Ma la gente tace, chi potrebbe sapere non parla perché, dopotutto, in certe zone l'omertà continua a essere una scelta a volte obbligata a volte conveniente.
 
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