«Giuseppe è un eroe», in migliaia per l'ultimo saluto al 18enne morto per salvare la mamma e la sorella

"Giuseppe è un eroe", in migliaia per l'ultimo saluto al 18enne morto per salvare la mamma e la sorella
"Giuseppe è un eroe", in migliaia per l'ultimo saluto al 18enne morto per salvare la mamma e la sorella
Mercoledì 17 Gennaio 2018, 17:43 - Ultimo agg. 19:07
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"Giuseppe è morto da eroe", dice un amico a 'La vita in diretta' su Rai Uno. "Spero che la morte di Giuseppe faccia cambiare la nostra mentalità", aggiunge un altro suo coetaneo. Per tutti Giuseppe Parretta, il 18enne ucciso sabato scorso a Crotone, era "una persona meravigliosa, è morto per un motivo ingiusto. Siamo orgogliosi di lui". 

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Migliaia di persone, praticamente tutta città, hanno voluto dare il loro commosso ultimo saluto a Giuseppe Parretta, il 18enne ucciso sabato scorso a Crotone. Una partecipazione tanto imponente da non poter essere contenuta nella basilica cattedrale dove si sono svolti i funerali. E così non solo la piazza antistante, ma anche quelle limitrofe si sono riempite di gente: uomini, donne, ragazzi. Tutti raccolti nel dolore, conseguenza di un evento vissuto dalla popolazione come un lutto collettivo, ma anche accomunati da un sentimento di solidarietà e vicinanza alla famiglia della vittima.



«Mio figlio - ha detto la mamma Katia Villirillo - era un piccolo grande uomo non animato da sentimenti di rabbia ma la giustizia me lo restituirà». Le esequie sono state officiate dal rettore della Basilica cattedrale don Serafino Parisi e concelebrate da tutti i parroci della città, mentre il feretro, una bara bianca, è stato poggiato ai piedi dell'altare. Don Serafino, nell'evidenziare la corale presenza della città, ha detto che dopo l'assassinio di Giuseppe si «sta manifestando una pacifica rivolta morale, un malessere che ha un duplice significato: la vicinanza di tutta una comunità ai familiari colpiti da questa tragedia ed il rifiuto e il disgusto per quello che è accaduto. Con questa partecipazione ci si libera di un incubo. Spero che questo fatto preluda ad una presa di coscienza. Crotone ha deciso di fare i conti con questa dura realtà. E qui sta affermando che non è giusto fare pagare l'amaro conto ai soli familiari di Giuseppe. Quella di oggi non è un momento catartico, ma la reazione di rigetto di un corpo che vuole guarire con una reazione delle coscienze che dica basta alla barbarie che ha portato a questo omicidio e anche a tutte le altre. Il credente ha la forza di rascattarsi per passare ad un impegno che sia costante e non episodico».



Rivolgendosi poi ai giovani, don Serafino li ha esortati a diventare «protagonisti ed attori principali del futuro della città e del comprensorio». «Giuseppe - ha detto il sindaco Ugo Pugliese rivolgendosi alla madre - ora non è più solo figlio tuo. Appartiene a tutti noi. Giuseppe appartiene a tutta la comunità cittadina. Le tue lacrime sono le nostre, il tuo dolore è il nostro dolore. E non ti lasceremo sola nel portare questo immenso dolore».

Al termine della cerimonia religiosa, sul sagrato della Basilica cattedrale, prima del trasporto del feretro al cimitero, Ester, la ragazza di Giuseppe, ha letto una lettera all'amato, ricordando i suoi «occhi dolci, puri, il darci la mano per strada. Dimenticarti sarà impossibile».

Tutti gli esercizi commerciali hanno abbassato le saracinesche al passaggio del corteo funebre preceduto dal Gonfalone della Città listato a lutto, mentre le persiane dei pubblici uffici, tra cui quelle Palazzo Comunale, sono state chiuse in segno di partecipazione al lutto cittadino che il sindaco ha proclamato in occasione dei funerali. 

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