Le liti tra Manzi ed il figlio, a quanto pare, erano frequenti, provocate dai motivi più svariati.
Mario Manzi era conosciuto come una «testa calda», noto a carabinieri e polizia per le sue attività criminali, per le quali era stato anche in carcere. Anche il figlio Alessandro frequentava gli ambienti degli spacciatori di droga e per questo pure lui aveva scontato alcuni periodi di detenzione. Non si sa, al momento, se la causa scatenante della lite tra padre e figlio che ha fatto da preludio all'omicidio siano stati contrasti in relazione alle comuni attività criminali dei due o altri motivi. Gli investigatori, per il momento, si mantengono cauti e parlano di «futili motivi» senza specificare cosa abbia provocato una violenza tale da culminare in un omicidio. In questo senso saranno determinanti le dichiarazioni rese dall'omicida dopo che si é costituito ai carabinieri. Così come potranno servire a chiarire quanto é accaduto le testimonianze della convivente e dell'altra figlia della vittima, presenti nel momento in cui é scoppiata la lite che ha preceduto l'omicidio. Le indagini sono coordinate dal pm di turno della Procura della Repubblica di Castrovillari.