Festa della Resistenza nei luoghi della rivolta di Spartaco

Festa della Resistenza nei luoghi della rivolta di Spartaco
Martedì 24 Aprile 2018, 11:12
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Un 25 Aprile all’insegna della storia, della cultura, ma anche del buon cibo. Un mix perfetto per celebrare la giornata della liberazione e, dunque, della libertà ritrovata.
La proposta arriva da Santa Maria Capua Vetere, la città che nel ’73 ac vide la rivolta di Spartacus, lo schiavo che diventato gladiatore e, costretto a combattere nel famosissimo anfiteatro (il primo di epoca romana, modello per il Colosseo), decise di ribellarsi alla vita inumana a cui lo costringeva il suo padrone, Lentulo Batiato, e si mise alla testa di una rivolta e per due anni non diede pace ai romani.
La giornata, dunque, comincia con la visita al museo archeologico dell’antica Capua, al museo dei Gladiatori, al Mitreo e  all’Anfiteatro Campano. Alle 18 parte la “Festa della Resistenza” organizzata all’interno della terza edizione del Festival della Letteratura nel segno del mito “La memoria degli Elefanti  Ad aprire il salotto letterario dell’Arena Spartcus, coordinato da Roberto Conte, project manager del Festival, ci saranno il sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Antonio Mirra, il pro rettore alla cultura dell’università  “Luigi Vanvitelli”, Rosanna Cioffi, il direttore del circuito archeologico dell’Antica Capua, Ida Gennarelli e il presidente di A.N.P.I. Caserta, Agostino Morgillo. Insieme discuteranno di quattro libri: “La strage di Caiazzo: 13 ottobre 1943. La caccia ai criminali nazisti nel racconto del pubblico ministero” (Mursia Editore) di Paolo Albano, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Isernia; “La memoria tradita. La seconda guerra mondiale nel Mezzogiorno d'Italia” (Edizioni dell’Orso) di Giovanni Cerchia, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise ,  “Un’odissea partigiana: dalla resistenza al manicomio” (Feltrinelli Editore)  di Nicola Graziano, magistrato del Tribunale di Napoli, socio fondatore di “Articolo 11 - Promotori di Pace” e  “Una storia sbagliata. Azzariti, Badoglio, Biancheri, Hudal, Orlandi, Orlandi, Costermano. Un secolo di bugie e di mezze verità” (Edizioni dell’Ippogrifo) dello scrittore e sociologo Nico Pirozzi.  
Alle 19.45 seguirà  il concerto dell’Orchestra internazionale della Nato diretta dal Capitano di Corvetta Charles White.
Dopo il concerto tutti a tavola: il salotto letterario dell’Arena Spartacus tornerà ad essere la sala del primo ristorante biologico al mondo in un sito archeologico. Un’esperienza straordinaria.  Si cena, infatti, sul bordo dell’arena dove i gladiatori dove Spartaco iniziò la prima Resistenza. Una possibilità unica che nasce dall’idea di un gruppo di privati che hanno preso in carico un museo (in questo caso con pochi visitatori) e investendo hanno centrato l’obiettivo di fare economia e portando i turisti al sito archeologico facendo salire le visite dalle 9 mila del 2013 alle 45 mila attuali.
E non solo: quello nelle rovine è uno dei ristoranti del progetto Amico Bio, nati dall'idea di due cugini, Bruno Zarzaca e Enrico Amico, dove si offrono verdure, cereali, legumi, paste, risotti, e tutti i piatti della tradizione mediterranea. Una specialità è la pizza a lievitazione naturale, realizzata usando solo prodotti genuini e nostrani quali olio extravergine Amico Bio, mozzarella di bufala, pomodorini e verdure Amico Bio. Nel ristorante, poi, c'è un barbecue dove sulla brace prodotta dalla legna da frutto aromatica si cuociono il maialino nero casertano e la marchigiana. Il menù cambia ogni giorno, e la formula prevede sempre un risotto (integrale) una zuppa e una pasta sempre diversi. Interessante anche la formula del piatto unico dove in un piatto da 30 centimetri (come quello della pizza) ci sono 7 pietanze (tra cui il riso e la zuppa) e 5 verdure cucinate. Il tutto per 9 euro.
Si può anche scegliere tra 7 vini (biologici e biodinamici) a marchio Amico Bio: aglianico, falanghina, montepulciano, trebbiano, pinot, rosato e trebbiano spumantizzato. Perfino la birra biologica è a km zero, viene prodotta a Balvano, in provincia di Potenza.
 
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