Maria Pirro
Prontosoccorso

Scoliosi, l'intervento è decisivo (e in reparto arriva Geolier)

La visita del cantante, tra i big di Sanremo, durante le feste. Poi l'operazione in due fasi per rimettere in piedi il bimbo di 13 anni

Geolier con il paziente e gli operatori del Policlinico
Geolier con il paziente e gli operatori del Policlinico
Maria Pirrodi Maria Pirro
Domenica 4 Febbraio 2024, 20:14 - Ultimo agg. 9 Febbraio, 13:03
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Dieci interventi chirurgici, gli ultimi due al Policlinico Vanvitelli, necessari per ritrovare il sonno, e anche il sorriso. Un ragazzino di 13 anni, di Cosenza, è protagonista suo malgrado del via vai tra ospedali italiani cominciato quando aveva appena sette mesi, a causa della scoliosi early-onset. Ricoverato nel reparto di malattie rare e pediatria del Gaslini di Genova, a mille chilometri da casa, il piccolo paziente inizia subito la cura, ma non è risolutiva. A sei anni deve ricorrere alla chirurgia vertebrale, poi va incontro ad altre sei operazioni. Non solo. A nove anni viene colpito da una grave infezione, che comporta l'immediata rimozione dei mezzi di sintesi impiantati. E, da quel momento la sua patologia peggiora rapidamente fino ad alterare la forma della gabbia toracica, provocare difficoltà cardio-respiratorie e peggiorare la qualità della vita al punto da rendere difficili anche le più semplici attività quotidiane: tutte quelle che si danno per scontate, come dormire e stare distesi.


Alla ricerca di soluzioni il bimbo con la sua famiglia consulta Luigi Nasto, ricercatore dell'università Vanvitelli di Napoli, esperto di deformità vertebrali pediatriche. E, ad ottobre 2023, si trasferisce a Napoli, nella Ortopedia e Traumatologia diretta da Enrico Pola. Qui trascorre il Natale e tutte le feste, e incontra anche Geolier, il suo cantante preferito tra i big al Festival di Sanremo, che gli fa visita in corsia. «In vista di un altro intervento chirurgico, soltanto la preparazione dura tre mesi ed è graduale», dicono Pola e Nasto, e spiegano: «Prevede l'applicazione di un sistema di trazione "Halo", con una corona sul cranio collegata a pesi crescenti, da uno a quindici chili.

E, per evitare che il ragazzino resti a letto, per tutto questo tempo, lo stesso meccanismo di tiranti viene installato su una sedia a rotelle in modo che il bambino possa spostarsi da solo in reparto».

Quindi, l'operazione definitiva di correzione della curva, con il posizionamento di venti viti peduncolari e l'esecuzione di otto osteotomie realizzate in due tempi, a dieci giorni l'una dall'altra. «Si tratta di trattamenti ad altissima complessità, spesso gravati da importanti complicanze ma entrambi perfettamente riusciti», aggiunge soddisfatto Pola, che ha eseguito il tutto con Nasto e un'équipe di ortopedici e anestesisti del Policlininco Vanvitelli e il sostegno del manager Ferdinando Russo. «Dopo due giorni in terapia intensiva il bambino è di nuovo in reparto per la riabilitazione, nell'attesa di fare ritorno nella sua Calabria».

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