L'ombrellone di Dino Risi

L'ombrellone di Dino Risi
Lunedì 20 Agosto 2018, 15:28
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Voleva morire a Waterloo, invece è morto nell’appartamento del residence Aldrovandi, quartiere romano dei Parioli, dieci anni fa. Dino Risi è stato un padre del cinema italiano, non ha inventato l’estate italiana, ha rivelato come gli italiani avevano percepito quella scoperta. Raffinatissimo e molto ironico, al punto di passare per cinico, Risi era solo oltre, annoiato dalla banalità, che è l’autentico grande prodotto italiano. Ha inchiodato l’Italia del boom e della spensieratezza che voleva lasciarsi alle spalle la guerra, l’impegno e persino la storia (le tombe etrusche e il monte Fumaiolo che Gassman nel “Il sorpasso” appende con facilità insieme alla Loren e anche al povero Antonioni), e le code in autostrada sempre più bilancio di guerra e meno di spasso, come testimonia la triste storia di Genova, osservate da Risi attraverso Enrico Maria Salerno (ne “L’ombrellone”) sdraiato a casa lontano dalla moglie e dal mare. Ecco, la storia di Risi è quella di un uomo lontano dal proprio paese, dopo averlo conosciuto, così bene, ma così bene, da poterlo reinventare.
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