Maria trovata morta in piscina,
indagati anche i genitori

Maria trovata morta in piscina, indagati anche i genitori
di Enrico Marra
Giovedì 17 Gennaio 2019, 11:30
3 Minuti di Lettura
SAN SALVATORE TELESINO - Resta il giallo sulla morte di Maria, trovata in una piscina il 19 giugno del 2016 a San Salvatore Telesino. Ma le indagini non si concludono e, anzi, si seguono nuove piste. La svolta ieri mattina nell'udienza davanti al Gip Flavio Cusani che ha prosciolto dalle accuse Cristina Ciocan e ha confermato, per il fratello Daniel, l'ipotesi di omicidio e violenza sessuale, ma ha allargato il numero degli indagati coinvolgendo anche i genitori della bambina: i coniugi Marius e Elena Ungureanu. Ora gli inquirenti hanno sei mesi per procedere a ulteriori accertamenti, seguendo le nuove indicazioni del Gip.

Due gli elementi che hanno spinto il Gip a chiedere un approfondimento delle indagini sul conto dei genitori della bambina. Intercettati nella caserma dei carabinieri, dopo il ritrovamento del corpo della bambina, la madre dice al marito: «Finiamo in carcere tutti e due noi sappiamo perché». Il secondo elemento è il ritrovamento di tracce di sperma del padre della bambina, Marius, su una maglietta e sulla copertina del letto nell'abitazione della vittima e si è ipotizzato che la maglietta potesse essere di Maria. In proposito, il Gip Cusani scrive nell'ordinanza: «Essendo queste notazioni riportate dal collegio del Riesame, appare atto dovuto procedere in prosieguo ad indagini preliminari nei confronti dei coniugi Ungureanu con le garanzie di legge».
 
Il Gip conferisce altre linee guida agli inquirenti. «È dal luogo del rinvenimento del cadavere della bambina che devono ripartire le indagini, fino ad ora troppo condizionate dalla ricerca degli elementi a carico di Daniel Ciocan, al punto da coinvolgere la sorella Cristina solo perché in sua compagnia nell'orario del delitto. Nei confronti di Cristina Ciocan va accolta la richiesta di archiviazione per la totale carenza di indizi».

Il Gip, chiaramente, non trascura le conclusioni a cui sono pervenuti i medici legali Bucelli, Fonzo e Introna. I primi due effettuarono l'autopsia, mentre il terzo ha relazionato sulla base di una mera documentazione fotografica. In particolare, convenendo su «rapporti sessuali subiti dalla bambina di cui uno avvenuto alcune ore prima della sua morte». Cusani, pur rimanendo convinto che la morte della bambina non sia dovuta a un annegamento accidentale, segnala al pubblico ministero «di approfondire prosieguo delle indagini anche tale ricostruzione alternativa».

L'udienza è durata circa due ore ed erano presenti i due difensori dei fratelli Ciocan che sono gli avvocati Salvatore Verrillo e Giuseppe Maturo, i legali che assistono i genitori della bambina Fabrizio Gallo e Serena Gasperini, e per la Procura della Repubblica il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e Alfredo Zerella del Reparto operativo, che hanno condotto le indagini. Il magistrato ha voluto ricordare l'impegno profuso dal suo ufficio e dagli investigatori per fare chiarezza su questa morte. Una risposta a qualche legale che, in alcune relazioni, aveva ritenuto che vi fossero state delle indagini condotte in tono minore. Poi Cusani ha letto le due ordinanze, una con cui archivia l'accusa a carico di Cristina Ciocan e un'altra che indica alla Procura lo svolgimento di ulteriori indagini. Le ordinaze di ieri giungono dopo oltre due anni di indagini con vari verdetti e con opinioni diverse tra i magistrati della Procura della Repubblica - che per ben due volte avevano chiesto l'arresto dei germani Ciocan - e il Gip Flavio Cusani, il tribunale del riesame di Napoli e la Cassazione che li avevano respinti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA