Avellino: piazza Castello,
scontro tra Comune e impresa

Avellino: piazza Castello, scontro tra Comune e impresa
di Flavio Coppola
Mercoledì 16 Gennaio 2019, 08:19
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Comune e impresa allo scontro senza esclusione di colpi. La prima udienza del processo su Piazza Castello, svoltasi ieri presso il Palazzo di Giustizia di Napoli, non consegna che una certezza: le parti sono quanto mai distanti e la restituzione agli avellinesi dell'agorà con l'antico maniero è una pagina tutta da scrivere. Non a caso, il Comune ha già in mente il piano B: senza un'intesa in extremis, a questo punto improbabile, ci sarebbe un nuovo affidamento. Nel frattempo, davanti al giudice, i rappresentanti legali di Cogepa hanno confermato la richiesta di un risarcimento milionario, da circa 7 milioni di euro, per l' impossibilità di portare a termine l'appalto che comprendeva anche la riqualificazione di piazza Duomo e Collina della Terra. Esasperati dal sequestro di Piazza Castello, disposto nel lontano 2012 dalla Procura della Repubblica per la presenza di metalli pesanti nel sottosuolo, e revocato provvisoriamente lo scorso novembre proprio in considerazione dell'avvenuta bonifica, l'impresa aveva citato il Comune in giudizio, come anticipato da «Il Mattino», l'estate scorsa.
 
Naufragati i tentativi di mediazione posti in campo dal responsabile unico del procedimento, Gaetano D'Agostino, per conto del Comune, l'ente si è dunque costituito per far valere le proprie ragioni. In particolare, l'impossibilità di liberare il cantiere a causa dei sigilli. Ma anche gli sforzi profusi in Conferenza dei servizi per ottenere il dissequestro dell'area. Piazza del Popolo, inoltre, non avrebbe rinunciato a presentare eccezioni procedurali rispetto all'azione dell'impresa partenopea. Il processo, insomma, è partito. Il prossimo 26 marzo, secondo quanto riferito dall'Avvocatura di Palazzo di Città, dovrebbe aver luogo una nuova udienza. Lo scontro giudiziario si preannuncia estenuante. Il succo della questione è che un nuovo e dirompente contenzioso rischia di gravare sulle casse disastrate di Piazza del Popolo, facendo schizzare ulteriormente la quota da accantonare in Bilancio nel fondo rischi, e avvicinando l'ipotesi del dissesto finanziario. Quanto ai lavori, però, è volontà del Comune individuare una soluzione capace riaprire Piazza Castello entro l'anno appena cominciato. A stretto giro fanno sapere dagli uffici comunali l'impresa Cogepa sarà richiamata ai suoi doveri con un ordine di servizio. Laddove dovesse disertare l'invito a proseguire i lavori, il contratto sarà stralciato.

L'ente, che ha già disposto l'affiancamento del Rup, predisporrà le procedure pe l'affidamento ad una nuova impresa. Del resto, lo scorso 28 novembre, il Tribunale di Avellino ha dato il suo via libera, dissequestrando la piazza per l'intera durata del piano dei monitoraggi semestrali (6 in tutto) stabiliti in Conferenza dei servizi. Cioè fino al 30 gennaio 2021. Un tempo più che sufficiente, questo, per realizzare i pochi lavori residui: ripavimentazione della piazza, individuazione di un'area a verde, costruzione di una strada di perimetrazione, realizzazione degli impianti e dei sotto-servizi. Pochi mesi di lavori (5 o 6 secondo le stime) basterebbero per archiviare un'altra pagina nera nella storia delle opere pubbliche cittadine. Nel nuovo progetto, verrebbero inserite pure le ultime rifiniture di Piazza Duomo e Collina della Terra, rimaste in sospeso nel precedente appalto. Quanto agli inquinanti che nel 2012 determinarono il sequestro di Piazza Castello, le analisi svolte la scorsa estate, sia dall'Arpac che da una società incaricata dal Comune, hanno evidenziato l'assenza di piombo, arsenico o altri materiali pericolosi nelle acque di falda. La sicurezza dei luoghi ora non sarebbe in discussione. Nei giorni scorsi, sarebbero stati disposti ulteriori accertamenti, con risultati attesi a stretto giro. Prima di concedere il dissequestro definitivo, la Procura intende ottenere tutte le garanzie del caso sull'assenza di inquinanti, da comprovare anche nel tempo. Tutto fissato nero su bianco, lo scorso 3 dicembre, nel verbale tra Comune e Arpac in cui veniva fissato il piano di monitoraggio.
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