In particolare, Giuliani aveva messo sotto accusa la scarsa manutenzione delle barriere e dei «tirafondi» (i bulloni che bloccano i «New Jersey» alla sede stradale, ndr) che se non fossero risultati usurati avrebbero «derubricato al rango di grave incidente stradale» quello che ha invece causato la morte di 40 persone. I legali di Autostrade hanno incalzato il perito proprio sulla sicurezza e la manutenzione delle barriere, sostenendo che la perizia «è basata su modelli, criteri e tecniche superati» ottenendo da Giuliani l'ammissione che «il fenomeno della corrosione può essere anche imprevedibile».
Al perito è stata anche contestata la ricostruzione, «inesatta» secondo i legali, dell'angolo di impatto del bus alla barriera. Il presidente Buono si è riservato di accogliere e accludere la perizia agli atti del processo. Dalla prossima udienza, fissata per il 21 settembre prossimo, dopo le dichiarazioni spontanee di alcuni funzionari e dirigenti di Autostrade, comincerà la requisitoria dell'accusa, rappresentata dal Procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo. Sono 15 gli imputati del processo, accusati a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, falso e omissione in atti di ufficio.