Il sindaco, Italian politics for dummies: la clip in anteprima del film de Le Iene

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«Nella mia campagna da candidato sindaco ho fatto scelte sbagliate, ma almeno posso mostrare come funziona la politica in questo Paese». Lo dice Ismaele La Vardera, inviato delle Iene, alla fine del documentario Il sindaco - Italian Politics 4 dummies, in sala con un'uscita evento il 26 e 27 novembre con Medusa. Il film non fiction documenta la campagna elettorale che ha portato avanti, da 23enne, nella sua città, Palermo, alle Comunali 2017.

Cuore del racconto, che ha come registi il papà de Le Iene, Davide Parenti e Claudio Canepari, sono i video ripresi di nascosto da La Vardera, dei suoi incontri con i leader politici che hanno deciso di supportarlo, come Matteo Salvini  e Giorgia Meloni e delle offerte arrivategli sia da sinistra che da destra; con, fra gli altri, l'ex presidente della Regione Rosario Crocetta (Pd), pronto ad aiutarlo, soprattutto per fare fare uno sgarbo a Renzi; Gianfranco Miccichè (Forza Italia) e Toto' Cuffaro, che nonostante la condanna per favoreggiamento a Cosa Nostra, sembra continuare ad essere per parte del mondo politico siciliano un punto di riferimento. Non manca la mafia, con il boss Antonino Abbate, che si offre di vendere i voti di 300 famiglie al giovane candidato, il quale è andato subito dopo l'incontro a denunciare il fatto alla Squadra Mobile. Proprio a causa della denuncia nei confronti del boss, l'autore è sotto vigilanza dinamica, una misura intensificata in vista dell'uscita del film.

La Vardera, dopo l'anteprima romana, sottolinea che la sua partecipazione alla Comunali di Palermo, nelle quali è stato confermato sindaco Orlando con una vittoria al primo turno (l'inviato delle Iene è arrivato quarto, con il 2,3% di voti) non è stata, come molti credono, solo una finzione per poter girare il documentario. «Ho fatto di tutto per diventare sindaco di Palermo - spiega all'Ansa - Ho messo manifesti, ho proposto idee per la città. Palermo non mi ha votato ma anche se fossi stato eletto, avrei lo stesso realizzato il documentario, una cosa non esclude l'altra».

Nella corsa La Vardera si apparenta alle formazioni di centrodestra «perché mi rivedo in quelle idee, ma chiaramente serviva anche ad allargare la mia coalizione che era fatta tutta di liste civiche». Qualche momento di paura mentre registrava? «Quando passavo al metal detector della Camera con il borsello nel quale nascondevo la telecamera e naturalmente quando ho incontrato il boss. Mi ha colpito entrare in uno sgabuzzino a La Kalsa (quartiere storico di Palermo) e vedere che ancora oggi i voti si comprano senza nessun filtro». Nel film si vede anche quando la Vardera, a Comunali concluse, svela ai politici di aver registrato i loro incontri e gli chiede la liberatoria per le immagini.

Un finale in cui manca Salvini (che è anche il politico preferito della mamma di Ismaele, una forza della natura rimasta accanto al figlio per tutta la campagna, ndr): «Lui non mi ha più risposto al telefono, era passato il messaggio che mi fossi candidato solo per girare il film, mentre io ho fatto tutto sul serio e ho ancora oggi debiti da pagare per la campagna - spiega il giornalista -. Il film è nato perché vorrei la politica diventasse una scatola trasparente. Per primo mi sono a messo a nudo io, con i miei limiti. Ora però preferisco tornare a fare il buffone alle Iene».

A prendere la scoperta del documentario peggio di tutti è stato, con tanto di istanza di far ritirare il film, l'attore palermitano Francesco Benigno (Mery per sempre, L'ora legale), che si era candidato nella lista di La Vardera. «Dopo questa esperienza dal centrosinistra mi hanno anche proposto di candidarmi alle ultime elezioni nazionali - aggiunge Ismaele - ma anche se la politica resta una delle mie grandi passioni, ho capito che è bene starne alla larga in questo momento storico... Comunque la corsa a sindaco resta forse una delle più belle esperienze della mia vita».